Come abbiamo segnalato in un precedente articolo, che peraltro fa riferimento a notizie comparse anche su altre testate nazionali come per esempio Il Messaggero, da quest’anno le modalità di accoglimento delle domande di pensione del personale della scuola sono cambiate.
Le richieste non vengono più esaminate dagli Uffici scolastici provinciali ma dall’Inps; la novità sta creando non poche difficoltà che, come si legge in una nota d’agenzia dell’Ansa, sono ben note al Ministero che sta cercando di porvi rimedio.
Task force Miur-Inps al lavoro
Già da un mese il ministro Marco Bussetti ha attivato un percorso di collaborazione fra Miur e Inps allo scopo di facilitare lo scambio dei dati e delle informazioni tra le due istituzioni.
Tra gli obiettivi primari del tavolo – sottolineano dal Ministero – c’è quello di “velocizzare il dialogo tra uffici territoriali del Miur e dell’Ente previdenziale e far ‘parlare’ tra loro i rispttivi sistemi informativi, agevolando l’inserimento e il reperimento di quelle informazioni che consentono di accertare il diritto alla pensione del personale docente”.
Quest’anno, stando ai numeri forniti dagli uffici del Miur, le domande di pensionamento riguardano circa 25mila docenti (4mila in più rispetto allo scorso anno), 8mila Ata e 300 dirigenti scolastici.
Per quanto riguarda l’avvio dell’anno scolastico, infine, da Viale Trastevere spiega che i posti che rimarranno vacanti a settembre saranno coperti da supplenti con un incarico annuale, in attesa di fare l’assunzione definitiva il successivo anno scolastico.