Fonti di AdnKronos annunciano che dalla riunione di questa mattina a palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri Andrea Orlando, Stefano Patuanelli e Renato Brunetta, insieme ai tecnici del Mef, si sarebbe attuato un dietro front su Opzione donna rispetto a quanto era stato stabilito in Legge di bilancio.
I criteri anagrafici per accedere a questa formula pensionistica, insomma, ritornano alla loro versione precedente: sarebbero sufficienti 58 anni per fare domanda, e non 60 (come si leggeva nella bozza di manovra 2022).
In sintesi, riguardo a Opzione donna, nel documento legislativo approvato in Cdm lo scorso 28 ottobre, si leggeva: “Il trattamento pensionistico è riconosciuto nei confronti delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età pari o superiore a 60 anni per le lavoratrici dipendenti”.
Oggi si abbassa l’asticella, ripristinando il precedente obiettivo dei 58 anni. Una modifica alla manovra di bilancio 2022 di particolare interesse per le insegnanti dato che le donne rappresentano l’80% del personale docente.
Quali certezze?
Non possiamo parlare ancora di certezza, in quanto – lo ricordiamo – la legge di bilancio non è ancora approdata in Parlamento e quanto è stato definito oggi a palazzo Chigi dovrà ricevere l’ok delle due Camere.