Sul fronte delle modifiche alla riforma pensionistica Monti-Fornero non ci sono buone notizie per i lavoratori della scuola.
La commissione Lavoro alla Camera sta infatti lavorando sulla proposta di legge sulla cosiddetta “ottava salvaguardia”, con l’obiettivo di tutelare oltre 170mila lavoratori bloccati dalle nuove norme per accedere all’assegno della pensione.
“Abbiamo alle spalle sette salvaguardie e la costituzione di un fondo che ha messo in cassaforte 11,6 miliardi di euro per tutelare oltre 172 mila persone, che potranno andare in pensione con le regole ante-Fornero, sempre con riferimento a situazioni per cui i requisiti siano stati maturati, o gli accordi conclusi, entro il 31 dicembre 2015”, ha detto Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione e firmatario dell’iniziativa.
L’ottava salvaguardia, servirà in prevalenza per tutelare una platea di “30-35 mila” esodati, così da non lasciare buchi nella rete di protezione per coloro che sono rimasti intrappolati dopo la legge Fornero, senza stipendio né pensione.
Da agosto dovrebbero inoltre cadere i tagli per gli assegni di chi è uscito prima dei 62 anni avendo raggiunto i requisiti di anzianità.
La copertura finanziaria necessaria per completare l’opera, secondo fonti vicine al dossier, dovrebbe essere di circa 1,7 miliardi di euro.
L’intero ‘pacchetto’ pensioni potrebbe valere però quasi 2,5 miliardi complessivi. Risorse che però potrebbero essere difficili da reperire subito, visto il rallentamento dell’economia. Per questo, scrive l’Ansa, è più probabile che le misure vengano realizzate in due tempi: una parte con la prossima legge di Bilancio, già a ottobre, per assicurarne l’operatività già da inizio 2017, e l’altra in primavera.
Immediata, dopo l’estate, sarebbe l’introduzione del’Ape, l’anticipo pensionistico fino a tre anni con un prestito da restituire in 20 anni attraverso una penalizzazione sull’assegno cui potrebbero accedere tutti, accompagnato probabilmente dalla ricongiunzione gratuita dei percorsi contributivi. Via libera immediata anche alla ricongiunzione gratuita per chi ha versato contributi a più enti previdenziali.
Più avanti, in primavera si potrebbero poi affrontare gli altri temi, come l’ampliamento della quattordicesima per chi ha una pensione bassa (aumentando l’assegno oppure la platea), l’aumento della no tax area e la flessibilità per i lavoratori precoci
Ora, aggiunge Damiano, “è stata aperta una conferenza dei servizi, tra i ministeri del Lavoro, dell’Economia e l’Inps per definire numeri e risorse risparmiate”. Con la nuova salvaguardia si punta a dare un paracadute a figure come quelle, porta ad esempio Damiano, “dei macchinisti delle ferrovie, delle colf, dei lavoratori agricoli, le persone collocate in mobilità a 36 mesi”.
Del personale della scuola non c’è però traccia. Sembrano sparite anche le maestre della scuola dell’infanzia, che aveva citato qualche giorno fa il leader della Uil, Carmelo Barbagallo.
Speriamo di essere smentiti, ma il caso dei Quota 96, per i quali si è arrivati ad un passo dalla soluzione finale, senza però mai approvarla, sembra destinato a ripetersi: per i provvedimenti a favore dei lavoratori della scuola, vicini alla pensione, c’è sempre tempo.
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