Personale

Pensioni, una novità per il riscatto della laurea: tutte le info

Per chi vuole raggiungere prima la pensione c’è una novità. Il riscatto della laurea, così come precisa l’Inps con la circolare n.6 del 22 gennaio, prevede un allargamento della platea. La possibilità di recuperare gli anni di studio universitario nel conteggio del periodo necessario per accedere alla pensione non sarà valida solo per gli under 45, ma anche per coloro che superano questa età, ma con delle condizioni.

Poniamo il caso che una docente abbia studiato per tre anni, dal 1994 al 1997: con l’interpretazione precedente poteva riscattare solo gli ultimi due anni (1996 e 1997). Adesso, invece, c’è la possibilità di riscattare tutti e 4 gli anni, compresi quelli precedenti al 1996. C’è però una condizione: il lavoratore deve optare per la liquidazione dell’assegno pensionistico con il sistema contributivo accantonati dal 1996.

Il riscatto dei periodi di studio universitario svolti entro il 1995 può essere fatto con il metodo contributivo se l’interessato prima (o contestualmente) chiede che tutta la pensione sia calcolata con questo sistema. L’opzione al contributivo può essere esercitata a condizione che il lavoratore abbia meno di 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, ma almeno 15 anni di contributi di
cui cinque ricadenti in un sistema contributivo.

Un allargamento della platea che contribuirà a un boom ulteriore dell’accesso alla misura prevista dal governo Conte I. Nel 2019 sono arrivate quasi 70mila domande: 29mila per il riscatto ordinario della laurea, 35mila per quello agevolato e 5mila per la pace contributiva.

Riscatto laurea, il simulatore dell’Inps

L’INPS ha reso disponibile un simulatore per calcolare l’onere da versare al fondo pensionistico di appartenenza.

L’INPS, con comunicato del 17 luglio 2019, ha reso noto che è disponibile sul portale istituzionale un simulatore mediante il quale si può calcolare la somma da versare al fondo pensionistico di appartenenza per riscattare gli anni del periodo di studi universitario.
Questo strumento, grazie al quale si può valutare se valorizzare o meno gli anni universitari ai fini pensionistici, può essere utilizzato dagli iscritti alla gestione privata e alla gestione pubblica, per i periodi che si collocano nel sistema contributivo, e dagli iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e alle gestioni speciali di artigiani, commercianti, coltivatori diretti e coloni mezzadri, anche per i periodi collocati nei sistemi retributivo e misto.

Simulazione di calcolo dell’onere di riscatto

Così come segnala l’Inps, lo strumento di simulazione consente di effettuare il calcolo dell’onere di riscatto, sulla base dei dati immessi e con riferimento all’anno corrente.

L’importo ottenuto ha mera valenza orientativa e potrebbe discostarsi da quello effettivo che sarà comunicato con apposito provvedimento, a seguito della presentazione della domanda di riscatto.

Si rammenta che l’onere in parola è determinato in base alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto.

Si ricorda, a tal proposito, che rientrano nel sistema di calcolo retributivo i periodi:

  • precedenti al 1° gennaio 1996;
  • fino al 31 dicembre 2011, se il richiedente abbia maturato 18 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.

Rientrano, invece, nel sistema di calcolo contributivo i periodi:

  • successivi al 31 dicembre 1995, se a tale data il richiedente non abbia maturato 18 anni di contribuzione;
  • successivi al 31 dicembre 2011, nei casi in cui il richiedente abbia maturato 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995.

Dati necessari per il calcolo dell’onere di riscatto

Una volta effettuata la scelta della gestione previdenziale nella quale si intende simulare il calcolo, scelta obbligatoria e propedeutica al perfezionamento dello stesso, l’utente dovrà inserire nel simulatore i seguenti dati, affinché la simulazione vada a buon fine:

anno di iscrizione all’Università;

numero di rate in cui frazionare il pagamento;

periodo o periodi da riscattare “dal…al” afferenti lo stesso anno solare.

In riferimento alle gestioni previdenziali per cui è possibile effettuare la simulazione del calcolo dell’onere di riscatto laurea nel solo sistema contributivo, oltre ai dati menzionati, la procedura richiede all’utente di inserire la retribuzione degli ultimi 12 mesi.

Se l’interessato seleziona un fondo per il quale ad oggi è possibile eseguire una simulazione solo nel sistema contributivo (Fondi speciali, Gestione pubblica, ecc.) e indica uno o più periodi collocati nel sistema retributivo, la simulazione non viene eseguita. In tal caso, appare un messaggio di “alert” con l’indicazione di rivolgersi alla Struttura Inps territorialmente competente per ottenere la simulazione richiesta.

Lo stesso messaggio di “alert” compare ogni qualvolta la simulazione non può andare a buon fine poiché si sono verificati errori nella elaborazione del conto, che necessitano dell’intervento dell’operatore Inps. Anche in tali casi si invita l’utente a rivolgersi alla Struttura INPS territorialmente competente.

Si ricorda, infine, che lo strumento di simulazione è stato realizzato tenendo conto del nuovo comma 5-quater dell’articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, introdotto dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, secondo cui, per le domande presentate a decorrere dal 29 gennaio 2019, è previsto un ulteriore sistema di calcolo dell’onere di riscatto del corso di studi nei casi in cui la domanda di riscatto riguardi periodi che si collochino esclusivamente nel sistema di calcolo contributivo.

Per maggiori dettagli, all’interno dell’applicativo per la presentazione telematica della domanda di riscatto laurea è a disposizione l’edizione aggiornata del manuale per gli utenti, che illustra anche la simulazione del calcolo dell’onere nei casi in cui si scelga il nuovo metodo di calcolo sopra descritto.

Riscatto della laurea, come presentare la domanda

La domanda può essere presentata dal diretto interessato o dal suo superstite o, entro il secondo grado, dal suo parente e affine. In tutte queste ipotesi, l’onere versato è detraibile dall’imposta lorda nella misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento e in quelli successivi.

Per i lavoratori del settore privato, la domanda di riscatto può essere presentata anche dal datore di lavoro dell’assicurato destinando, a tal fine, i premi di produzione spettanti al lavoratore. In tal caso, l’onere versato è deducibile dal reddito di impresa e da lavoro autonomo e, ai fini della determinazione dei redditi da lavoro dipendente, rientra nell’ipotesi di cui all’articolo 51, comma 2, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

Nei casi in cui la domanda sia presentata dal parente o affine o dal datore di lavoro, in fase di presentazione della stessa è necessario che sia acquisito il consenso del soggetto interessato.

La domanda da parte del diretto interessato o suo superstite si presenta online all’INPS attraverso il servizio dedicato. In alternativa, può essere effettuata tramite:

Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164164 da rete mobile;

Enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Nel caso di presentazione della domanda da parte del datore di lavoro, dei parenti e affini entro il secondo grado, in attesa dell’implementazione della procedura per l’invio telematico, le domande sono presentate utilizzando il modulo reperibile online.

Riscatto della laurea, vantaggi fiscali

Un aspetto da considerare per il riscatto della laurea è che i versamenti fatti danno diritto a sconti sulle imposte.

Il riscatto della laurea per un figlio a carico che non ha mai lavorato dà diritto alla detrazione del 19% degli importi versati, quindi si pagano meno tasse.

Se si riscatta la propria laurea, invece, si può dedurre l’intero importo versato dal computo del proprio reddito imponibile.

Alla fine di ogni anno si pagheranno perciò le tasse sul proprio reddito decurtato delle cifre versate per il riscatto.

Ecco un facile esempio: se si rateizzano 50.000 euro l’anno per 5 anni, quindi pagando 10.000 euro l’anno, e il proprio reddito è di 50.000 euro l’anno, è come se si guadagnassero 40.000 euro.

Andrea Carlino

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