Peppa Pig imperversa e con successo crescente. Ora, a parte i ninnoli con l’immagine del personaggio/i del cartone presenti in ogni negozio, anche un film.
Perché Peppa Pig piace? Semplice: tranquillizza. I quadretti familiari esprimono sicurezza e non solo. Le continue, anche eccessive, risate che sottolineano ogni situazione (di gioco, di vita quotidiana e altro) sdrammatizzano tutto. I ruoli, la mamma, il papà, la maestra, sono confermati nell’accezione di un dato scontato che non deroga mai dalle specifiche funzioni. Insomma è nella ripetizione ordinaria di queste conferme che il personaggio è riuscito a dilagare.
Di come l’imprevisto viene sempre inserito in un contesto di giocosità: un ospite inatteso, un piccolo incidente quotidiano, e così via. E questa pacifica giocosità della famiglia Pig, in un contesto sociale in cui la soglia dell’attenzione si mantiene alta nei rapporti interpersonali, risulta funzionale per una visione patinata (sdrammatizzata) dell’”imprevedibile”. E non piace solo ai bambini ma anche ai genitori, contenti, tra l’altro, di vedere in questo cartone un suggerimento didattico-educativo. Da qui una riflessione. Quanto in vero la positività dei ruoli confermati nel cartone di Peppa, e non solo, contiene di slancio vitalistico? Mi sovviene la dialettica del “ruolo” pirandelliano, dialettica che imbriglia necessariamente la vita in un ruolo ma che lo stesso (ruolo) non esaurisce nei suoi slanci. Per questo i personaggi di Pirandello trovano un segno di vita autentica nello spazio che scardinando il ruolo si confermano nell’irrazionale: valga l’”Enrico IV”, per tutti. Ma non solo Pirandello mi sovviene in questa riflessione.
Eugenio Ionesco (“La cantatrice calva”), esponente del teatro dell’”assurdo”, ha iniziato a scrivere le sue scene prendendo spunto da un testo per l’infanzia che educava proprio attraverso i ruoli: “La mamma ha preparato il pranzo”, “il papà va a lavorare” eccetera. Per contrasto il commediografo ha concentrato la sua riflessione sul Senso dei ruoli e il paradosso dell’assurdo che in maniera, a volte comica, dagli stessi ruoli ne scaturisce. Da qui il successo di Peppa Pig. Si ha bisogno di sentire e vedere qualcosa che, fondamentalmente, non tiene: la certezza dei ruoli. In questo senso, il cartone d’oltremanica (gli autori del personaggio animato sono inglesi) è utile per i bambini sotto il profilo pedagogico, ma ancora più utile per gli adulti se li porta ad interrogarsi (sapendone cogliere il suggerimento alla Ionesco) quanto, sul piano soggettivo del proprio vissuto, corrisponda la risata rassicurante di mamma e papà Pig, in rapporto alla pienezza di un ruolo identificativo. Familiare e non.