Nella riunione del 23 dicembre tra Miur e sindacati si è parlato anche della questione docenti contrastivi. Si tratta della ormai famosa slide n.12 proposta in un convegno dell’Associazione Nazionale Presidi, in cui è stato scritto: “Non avere le mani legate rispetto a docenti contrastivi”. In questa slide si sintetizzano alcuni punti forti, secondo l’ANP, della legge 107/2015. In particolare si specifica che “nel tempo tutti i docenti saranno su ambito e quindi tutti saranno incaricati su una scuola per un periodo di tre anni, rinnovabile come già accade per i dirigenti scolastici. Quindi i docenti non avranno la certezza di una scuola vita natural durante come accade adesso”. Nella slide contestata ci sono anche scritti i vantaggi della legge 107 per la scuola. Tra questi vantaggi c’è la scelta dei docenti in funzione al PTOF, la maggiore probabilità di fare squadra e il non avere le mani legate rispetto a docenti contrastivi.
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L’ANP nella riunione del 23 dicembre al Miur era presente ed ha registrato, da parte di alcune delle sigle sindacali presenti, attacchi alla figura dei dirigenti scolastici, sia in relazione a presunte ambizioni autoritarie che alla questione della chiamata diretta dei docenti sugli ambiti territoriali, paventata come strumento di clientelismo sistematico da parte di chi dovrà esercitarla. In quel contesto, dove tra l’altro si sarebbe dovuto parlare di mobilità, i rappresentanti Anp hanno precisato che una tale rappresentazione del ruolo e del profilo dei dirigenti scolastici, oltre ad essere infondata, sia palesemente offensiva nei confronti di un’intera categoria professionale, sulla quale ha gravato fin qui il maggior onere per l’attuazione della legge ed il funzionamento delle scuole. A proposito dei cosiddetti “docenti contrastivi”, i rappresentanti dell’ANP hanno detto che la questione è solo strumentale, infatti come in estate si sparava sui “presidi sceriffo” per affossare la legge 107, oggi si grida allo scandalo su un aggettivo per affossare gli ambiti territoriali, che i sindacati non vogliono.
Quindi ANP non condanna affatto la frase contestata, in cui si scrive, come un vantaggio per la scuola, “non avere le mani legate rispetto ai docenti contrastivi”, ma conferma quanto scritto specificando che si parlava di docenti contrastivi nei confronti delle scuole e dei piani triennali e non nei confronti dei dirigenti. Infine ANP chiude la questione “ docenti contrastivi” ponendo alcuni interrogativi: “Basterà solo il richiamo ad uno dei più noti e sperimentati strumenti logici per vagliare la validità di un’affermazione: quello che va sotto il nome di “prova ex adverso”. Cosa accadrebbe se la categoria concettuale e comportamentale della “contrastività”, cui con orgoglio si richiamano non pochi dei nostri più accesi contestatori, fosse assunta a criterio regolatore della vita delle scuole, e delle comunità in genere? O, più banalmente, degli studenti nei confronti di quegli stessi docenti?”.
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