Ma il vero problema è quanto succederà il prossimo anno. In attesa di vedere pubblicato sulla Gazzetta il decreto scuola varato lunedì dal Consiglio dei ministri, stando ai comunicati ufficiali del Governo, sul caro libri non è stato fatto nulla per scongiurare la stangata attesa per l’anno scolastico 2014/2015. E’ scritto, infatti, che “gli studenti potranno utilizzare liberamente libri di testo nelle edizioni precedenti, purché conformi alle Indicazioni nazionali”. Ma il problema non è quello di scaricare sugli studenti e le famiglie la responsabilità di scegliere edizioni vecchie, quanto quello di obbligare case editrici a non fare false nuove edizioni e collegio dei docenti a mantenere ferme le scelte per alcuni anni. Nel comunicato del Governo nulla si dice rispetto al problema denunciato dal Codacons, ossia che con la legge n. 221/2012 si è eliminata, a partire dal 1° settembre 2013, l’unica cosa positiva di questi ultimi anni, ossia l’articolo 5 del decreto-legge n. 137/2008, convertito dalla Legge n. 169/2008, che obbligava le scuole ad adottare solo libri per i quali gli editori si erano impegnati a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio. Ovvio che un obbligo eliminato, a carico delle scuole, è cosa ben diversa da una facoltà data agli studenti. Anche perché qualcuno dovrebbe spiegarci cosa potrà fare l’alunno con la vecchia edizione quando il professore di matematica dirà alla classe di fare l’esercizio numero 54 di pagina 55? Mistero! Anche sulle regole dei tetti di spesa, regolarmente violati dalle scuole o aggirati con i finti libri consigliati, è decisamente insufficiente aver stabilito che “dovranno essere i dirigenti scolastici ad assicurarne il rispetto non approvando le delibere del collegio dei docenti che ne prevedono il superamento”.
Anche prima i dirigenti regionali dovevano assicurare il rispetto del tetto, ma non lo facevano. Quello che conta, quindi, non è tanto stabilire di chi è la competenza ma prevedere precise e severe sanzioni per chi non rispetta i tetti. Da anni il Codacons chiede, ad esempio, la rimozione dei dirigenti delle scuole che permettono il superamento della spesa prevista dal Miur.
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