Al Signor Ministro
Professore Giuseppe Valditara
le Sue recenti dichiarazioni hanno suscitato un dibattito su come riportare il “rispetto” per l’istituzione scolastica e l’autorevolezza al personale docente. Ha anche ritenuto di costituire un gruppo di lavoro tematico costituito da personalità del mondo della scuola e da riconosciuti esperti.
In seguito ad aggressioni fisiche nei confronti di docenti e atti vandalici (furti compresi) nei confronti di tanti istituti scolastici, Ancodis nel mese di ottobre del 2018 ha avanzato una proposta finalizzata a contrastare la violenza verbale e fisica nei confronti dei docenti e dell’Istituzione scolastica in generale.
Si trattava di idee concrete ritenute adeguate a riportare al centro dell’attenzione il tema delle violenze a scuola e del rispetto nei confronti dei docenti.
Partivamo da una considerazione oggi certamente ancora attuale: i docenti sono l’anello debole del sistema scolastico con alunni e genitori che spesso non ne riconoscono più la funzione sociale e l’autorevolezza del ruolo al punto da registrare quotidianamente intimidazioni, azioni verbali violente fino ad arrivare a quelle fisiche.
Assistiamo quasi ad un’assuefazione nel leggere il ripetersi di tali fatti nei confronti di docenti che appaiono deboli, impotenti e indifesi di fronte ad alunni e genitori che ritengono di affrontare e risolvere le situazioni problematiche con la violenza piuttosto che con la forza del confronto e del dialogo.
Sicurezza, rispetto ed autorevolezza sono inscindibili: proviamo ad alzare un argine alla crescente sensazione di insicurezza, a dare un segnale di rispetto per tutti i docenti e i beni materiali di una scuola, a rifondare il ruolo autorevole della funzione docente.
Allora Le vogliamo riproporre i seguenti punti che pongono al centro la tutela di chi – nei diversi ruoli – presta il proprio servizio in favore delle comunità scolastiche:
a) Prevedere l’aggravante per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale nella scuola proprio per la sua specificità (luogo di formazione e di educazione) e per la presenza di minori (spesso queste aggressioni avvengono in presenza di minori che subiscono turbamenti psicologici);
b) Prevedere l’aggravante per il furto di beni di una scuola e per i danni dolosi;
c) Risarcire il docente vittima di aggressione fisica – sulla base dei danni biologico e morale rilevati – con una specifica indennità economica ed un riconoscimento giuridico da valere nella progressione economica e l’Istituzione Scolastica sulla base del danno cagionato alla sua immagine;
d) Determinare una forma di “D.A.SCO.” (Divieto di Accesso in ambiente SCOlastico) temporaneo per alunni e permanente per i genitori violenti;
e) Obbligo di costituzione di parte civile del MIUR in sede di processo penale;
f) Rivalutare la responsabilità della “culpa in educando” dei genitori;
g) Prevedere – nel caso di gravi violenze verbali da parte di un alunno – il temporaneo affidamento ad Enti di volontariato riconosciuti e presenti nel territorio per favorire un processo di riflessione e di recupero educativo;
h) Istituire una giornata nazionale contro ogni forma di violenza verso le scuole e gli operatori;
i) Convocare una conferenza nazionale per discutere le opportune soluzioni al fine di fronteggiare una vera e propria emergenza sociale.
Abbiamo scritto allora: “un patto etico con i genitori è più che mai fondamentale: quali principali responsabili dell’educazione dei loro figli, il loro coinvolgimento nel processo di prevenzione deve essere rimesso in discussione! Occorre riflettere su un tema davvero complesso che, se sottovalutato, potrebbe minare le basi per un sereno sviluppo sociale e culturale del nostro Paese. Non possiamo più indugiare: si rischia una deriva sociale che toglie dignità ai docenti, sottrae autorevolezza alle istituzioni scolastiche, favorisce il misconoscimento del valore educativo del sistema scolastico italiano.”
Rosolino Cicero
Presidente ANCoDiS
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