L’esodo ci sarà, perchè i numeri parlano chiaro: i posti per la fase B sono più di 16mila, ma al sud ce ne sono davvero pochi, 1.500 circa, 300 in Sicilia.
I docenti candidati per una assunzione nella fase B dovrebbero essere 45-50mila, concentrati soprattutto nelle regioni del sud e quindi l’esodo verso il nord sarà pressoché inevitabile.
D’altronde soluzioni efficaci ad un problema che si trascina da anni, anzi da decenni, non esistono.
O, per meglio dire, una soluzione forse c’era ed è quella che emerge dal documento diramato dal CPS (Coordinamento Precari Scuola) di Palermo e sulla quale il PD della Sicilia si è mostrato molto sensibile.
L’idea (ne avevamo già parlato in altri articoli) è semplice: i posti per il potenziamento dovrebbero essere distribuiti fra le diverse regioni tenendo conto delle effettive consistenze delle graduatorie; ormai per quest’anno è difficile cambiare, ma per il prossimo anno forse si potrebbe modificare il piano.
Bisognerà però avere il coraggio di proporre con chiarezza un principio sul quale non tutti potrebbero essere d’accordo: definire gli organici non in base al numero degli alunni o delle classi ma in base al numero di docenti inseriti nelle GAE in ciascuna regione. Quindi organici più consistenti laddove le graduatorie sono ancora piene e organici più ridotti dove le graduatorie sono esaurite.
E’ chiaro che si tratta di una regola difficile da “digerire”, ma, allo stato attuale, appare l’unica in grado di garantire ai docenti precari l’assunzione nella propria provincia o almeno nella regione.
Il Partito democratico della Sicilia sembra essere intenzionato a percorrere questa strada.