Cambia la modalità concorsuale per diventare dirigente pubblico nella pubblica amministrazione: di base, per accedere non servirà più l’anzianità di servizio.
Si tratta del via libera del CdM, in esame preliminare, al decreto legislativo recante disciplina della dirigenza della Repubblica ai sensi dell’articolo 11 della legge 7 agosto 2015, n.124
Maggiori particolari sulle novità in arrivo, che grandi abbiamo già illustrato, si evincono dalla relazione illustrativa del decreto di riforma della PA, nella quale si parla di “un evidente favor viene espresso dal legislatore nei confronti del corso-concorso, aperto a tutti” e rispetto a cui il format tradizionale ha “carattere residuale”.
In futuro, in pratica, si potrà aspirare ai vertici della macchina statale appena usciti dall’università, dopo un ciclo di formazione sui banchi della Scuola nazionale dell’amministrazione, che, vista la nuova mission, verrà rinnovata: la Sna diventa un’agenzia e viene sottoposta alla vigilanza della presidenza del Consiglio dei ministri.
Tutti i nuovi posti da dirigente saranno ricoperti dai vincitori del corso-concorso, mentre il concorso ‘classico’ servirà solo per far fronte a necessità ‘extra’. Il testo del provvedimento prevede, infatti, che “il corso-concorso è bandito ogni anno per il numero di posti definiti sulla base della programmazione triennale delle assunzioni da parte delle amministrazioni”, invece al concorso si procede per “esigenze non coperte”.
L’Ansa ricorda che “anche oggi esiste il corso-concorso: la prima edizione è della metà degli anni Novanta, ma finora ha avuto uno spazio limitato con bandi sporadici”.
Le linee guida sono già pronte: concluso il ciclo formativo bisognerà superare un periodo di prova di tre anni, altrimenti si retrocede a funzionari.
Per un esperto in materia, già presidente degli allievi della Sna, Alfredo Ferrante, “puntare sul corso-concorso è un’ottima cosa ma è fondamentale rispettare la cadenza annuale, cambiando prassi: si è fatto solo 6 volte in 21 anni. In generale – continua – è positivo che la selezione dei dirigenti abbia scala nazionale”. Mentre desta “preoccupazione”, sottolinea Ferrante, “la natura ibrida del ‘dirigente funzionario’ e i lunghi tempi di prova”. Il decreto è intanto arrivato alla Camera, che dovrà dare il suo parere entro ottobre. I giudizi non tardano ad arrivare dalla Cgil, che con il responsabile Settori Pubblici Michele Gentile parla di “una possibile gigantesca operazione di spoils system”.
Dello stesso parere è il segretario nazionale di Fedir Sanità, Antonio Travia: “è solo un modo per consentire alla politica di tenere completamente in pugno i dirigenti”. L’ultima versione fa salire a 5 la rosa dei candidati alle pozioni apicali.
Per saperne di più bisogna ora attendere il regolamento, che il decreto impone di far uscire entro tre mesi.
Le novità non riguarderanno i dirigenti scolastici: il nuovo percorso per diventare capo d’Istituto è contenuto nella Legge 107/2015 ed il bando è atteso in autunno. Chi è intenzionato a partecipare alla selezione, può usufruire dei moduli formativi, in modalità e-learning, della Tecnica della Scuola.
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