Categorie: Politica scolastica

Per essere buona la scuola deve essere libera

Per essere buona la scuola deve essere libera. Visto che l’obiettivo della digitalizzazione impera nei progetti del governo, Italian Linux Society risponde Renzi lanciando “La Libera Scuola” http://laliberascuola.it/ progetto che mira a promuovere l’utilizzo di software libero, e ad adottare un modello collaborativo e partecipato all’interno dell’intero sistema educativo. Cinque semplici proposte, immediatamente e facilmente attuabili, per garantire una adozione consapevole e trasparente delle tecnologie in classe.

Perché all’idea della proprietà privata dei software deve sostituirsi gradualmente, in particolare nella scuola pubblica, un modello diverso, che sappia cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia ma lo faccia in modo consapevole. Che sia aperto e condiviso, partecipato ed accessibile. Fondato non sugli strumenti, ma sui metodi.

Con cinque proposte ben chiare:

1) una linea di indirizzo che promuova l’adozione di libri di testo liberi, che possono essere personalizzati dai docenti, divisi in fascicoli secondo i criteri per ciascuno più opportuni, e stampati a basso costo dalle famiglie

2) il coinvolgimento degli studenti delle università nello sviluppo degli applicativi software distribuiti in licenza libera da usare a scuola, per mezzo di stage formativi pre-laurea o sessioni pratiche incluse nei corsi

3) la pubblicazione di un catalogo di applicativi liberi certificati dal Ministero per l’Istruzione che serva da riferimento e guida per i docenti delle scuole di ogni grado

4) l’utilizzo di documenti in formato strettamente aperto per i rapporti tra Ministero per l’Istruzione – e suoi collaboratori – e le scuole, che non discrimini o metta in difficoltà gli istituti che hanno adottato piattaforme libere

5) l’inclusione del requisito di compatibilità coi sistemi operativi liberi, e meglio ancora sull’assenza di licenze di software proprietario preinstallato, nei bandi destinati all’acquisto di nuovo hardware e di nuovo software per i laboratori informatici e le segreterie didattiche.

Il software libero è caratterizzato dalla sua distribuzione con licenze che ne permettono ogni utilizzo desiderato dall’utente, l’analisi, la modifica e la ridistribuzione incondizionata. Ciò implica che gli studenti possono averne una copia – legale! – da utilizzare a casa per lo studio e l’approfondimento. E che possono essere a loro volta studiati e modificati per capirne il funzionamento.

Enormi possono essere i vantaggi per docenti e studenti. La definizione di contenuti liberi racchiude infatti l’enorme patrimonio culturale multimediale disponibile con licenza libera, che sono dunque riproducibili senza esplicite autorizzazioni, modificabili, personalizzabili, miscelabili e ridistribuibili. Nella categoria ricadono anche svariati libri di testo, scritti collaborativamente da docenti volontari e gratuitamente reperibili online.

La Libera Scuola consente di avere informazioni su varie realtà open source/libere come ad esempio:

Wikipedia l’enciclopedia online più conosciuta ed utilizzata al mondo;

WiiLDOS distribuzione Linux creata da e per i docenti, che include applicazioni e contenuti specifici per la didattica;

Scratch il famoso editor visuale con il quale creare semplici giochi incastrando tra loro i costrutti logici di base, fornendo un immediato ed intuitivo feedback;

La collana C3 raccoglie diversi libri per la scuola, tutti realizzati in modo collaborativo da una ampia rete di insegnanti e distribuiti in licenza Creative Commons. I testi possono essere scaricati, all’occorrenza modificati, e consultati in formato digitale oppure stampati a basso costo presso la più vicina stamperia.

Il sito è dunque una valida risposta all’iniziativa “La Buona Scuola”, promossa dal Governo e destinata alla raccolta di proposte ed idee per riformare la scuola italiana nei prossimi anni.

Per aderire alla linea La buona scuola:

“La libera scuola”: un’iniziativa interessante che sicuramente farà la felicità di tanti ragazzi appassionati di informatica. E anche di parecchi docenti.

Silvana La Porta

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