Il meccanismo previsto dalla legge 107 per le immissioni in ruolo non è davvero quanto di meglio si poteva fare per evitare il fenomeno dell’abbandono della propria terra da parte di chi viene assunto.
Uno dei problemi maggiori sembra dovuto al fatto che le fasi b) e c) sono legate fra di loro in quanto non è possibile rinunciare alla fase b) per partecipare solo a quella successiva relativa ai posti del cosiddetto “potenziamento”.
Sulla decisione del legislatore hanno certamente pesato, e non poco, i tempi di approvazione della legge stessa.
Aver dovuto avviare le operazioni di assunzione a fine luglio ha di fatto impedito di creare un diverso meccanismo di scelta delle sedi. Con più tempo a disposizione sarebbe forse stato più facile consentire ai docenti delle GAE di optare per i posti del potenziamento.
Posti per il potenziamento che – per essere attivati – necessitano delle richieste delle istituzioni scolastiche. Ma è evidente che questo sarebbe stato possibile solo se la legge fosse stata approvata non oltre la metà di maggio.
Le cose, come sappiamo, sono andate diversamente e forse in pochi si sono resi conto di quali sarebbero state le conseguenze di una legge approvata agli inizi di luglio.
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