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Per far funzionare la scuola si spendono 42miliardi e mezzo di euro all’anno

A leggerle tutte insieme le cifre pubblicate in queste ore nel sito del Ministero dell’Istruzione fanno impressione, anche se resta il fatto che gli stipendi dei docenti italiani sono bassi per ammissione di tutti i Ministri dell’istruzione che si sono succeduti negli ultimi anni.
L’intera “macchina” scolastica costa infatti 42miliardi e mezzo di euro, ovvero sia 80mila miliardi delle vecchie lire; ma si deve considerare che il servizio riguarda milioni di famiglie, un milione di dipendenti e 42mila sedi.
Se poi si analizzano i numeri emergono dati interessanti: la scuola dell’infanzia costa complessivamente 4miliardi di euro e cioè 4.275 euro per ogni bambino frequentante (ma in questa cifra non sono comprese le spese che sostengono anche gli enti locali per le strutture e per i servizi aggiuntivi come i trasporti e le mense).
Nella scuola primaria la spesa pro-capite aumenta ancora e arriva a 4.800 euro.
Nella secondaria di I grado si sfiorano i 6mila euro (5.693 per la precisione) e il conto sarebbe persino più salato se non ci fossero le famiglie a farsi carico delle spese per i libri di testo.
Si scende leggermente nella secondaria di secondo grado (5.500 euro pro-capite) ma in questo caso si dovrebbe anche considerare che, a causa della forte dispersione che esiste in questo segmento del sistema scolastico, una fetta consistente della spesa è di fatto del tutto improduttiva.
Ma il dato più allarmante riguarda la ripartizione della spesa; quella per stipendi impegna il 97% della somma: 40miliardi e 800milioni servono infatti per pagare insegnanti e personale ATA delle scuole, 330milioni se ne vanno per il personale del Ministero, per il funzionamento generale si spende quasi mezzo miliardo di euro (di 380milioni è la quota trasferita alle scuole).
Per gli investimenti restano pochi soldi: 156milioni in tutto (18 per gli Uffici centrali e 138 per le scuole); in questa somma sono comprese le spese per le attrezzature tecnologiche, per l’edilizia scolastica e anche per interventi legati alla applicazione della normativa sulla sicurezza.
“Quando la spesa per il personale ha una tale incidenza sul bilancio complessivo del Ministero – commenta il Ministro Mariastella Gelmini – questo significa che la nostra scuola non ha la capacità, se non si interviene strutturalmente, di rinnovarsi e di guardare con serenità al futuro”.
“Dobbiamo assolutamente porre rimedio ad una situazione insostenibile” aggiunge ancora il Ministro che non perde l’occasione per rilanciare un tema che ha già scatenato più di una polemica: “La scuola italiana è stata troppo spesso usata in passato come un ammortizzatore sociale. E’ un dovere morale verso le nuove generazioni rivedere completamente il sistema scuola in Italia”.
 
Reginaldo Palermo

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