Home Archivio storico 1998-2013 Estero Per giudicare il prof al concorso ci sono master e master

Per giudicare il prof al concorso ci sono master e master

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Un insegnante per essere nominato come commissario nel prossimo concorso a cattedra dovrà essere di ruolo ed aver prestato servizio, di ruolo o non di ruolo, per almeno 5 anni nella scuola dell’infanzia o primaria, ovvero nella scuola secondaria di I grado e II grado nella classe di concorso cui si riferisce il concorso, e aver prestato gli ultimi 3 anni di servizio effettivamente e continuativamente nella stessa istituzione scolastica. In aggiunta lo stesso docente dovrà in possesso di altri requisiti tra cui diploma di perfezionamento post diploma o post laurea, master universitario di 1 o 2 livello con esame finale, nell’ambito dei bisogni educativi speciali o il diploma di perfezionamento post diploma o post laurea, master universitario di 1 o 2 livello con esame finale, nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC).
Quindi si fa preciso riferimento al master universitario. In Italia esiste una netta differenza tra master universitario e master non universitario, infatti, il master universitario è il titolo rilasciato dalle università italiane al termine di corsi di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente (ai sensi dell’articolo 3 del decreto MURST 509/1999 e del decreto MIUR 270/2004, e attivati secondo le modalità di cui all’articolo 1, comma 15, Legge 14 gennaio 1999, n. 4, in materia di disposizioni riguardanti il settore universitario e della ricerca scientifica, nonché il servizio di mensa nelle scuole).
I corsi finalizzati al rilascio del master universitario durano almeno 1 anno accademico (la maggior parte di quelli attivi è annuale, ma ne esistono biennali), e prevedono la maturazione di almeno 60 crediti formativi universitari (art. 7 dei due decreti ministeriali di cui sopra). 
Di contro il master non universitario, detto semplicemente master in Italia è molto utilizzato da centinaia di soggetti privati, che promuovono corsi post-laurea. In tali casi, il termine fa riferimento non al titolo rilasciato, come invece avviene per i corsi di alta formazione permanente e ricorrente tenuti presso le Università, ma al corso stesso. Molte aziende, infatti, propongono dei master “interni” cioè finanziati e promossi dalle aziende stesse, che nel caso dell’inserimento nelle commissioni giudicatrici del concorso a cattedra non sono presi in considerazione come titoli.