Reintrodurre le predelle con la cattedra nelle aule scolastiche, rendere obbligatorio per gli studenti alzarsi in piedi quando il professore entra in classe, vietare ogni genere di occupazione: sono questi tre dei dieci consigli, al limite del paradosso, che Ernesto Galli Della Loggia invia al ministro Marco Bussetti attraverso un articolo pubblicato sulle pagine del Corriere.
Consigli che, non è neppure il caso di dirlo, stanno già suscitando non poche polemiche nei social anche se per la verità alcune idee di Galli Della Loggia sembrano riscuotere interesse.
Il “divieto di convocare gli insegnanti ad assemblee, riunioni, commissioni e consigli di qualunque tipo per più di tre o al massimo quattro volte al mese (la scuola non deve essere un riunionificio, chiosa il giornalista del Corriere)” pare essere molto gradito.
Meno concorde sembra essere il giudizio rispetto alla ipotesi della “cancellazione di ogni misura legislativa o regolamentare che preveda un qualunque ruolo delle famiglie o di loro rappresentanze nell’istituzione scolastica”.
“Dal momento che non ci sono rappresentanti dei pazienti nelle strutture ospedaliere, né degli automobilisti negli Uffici della motorizzazione, né dei contribuenti nell’Agenzia delle Entrate – ironizza Galli Della Loggia – non si vede perché debba fare eccezione la scuola”.
In netta controtendenza anche rispetto a quanto previsto dallo stesso PNSD c’è poi il suggerimento di introdurre il “divieto assoluto agli studenti (pena il sequestro) di portare non solo in classe ma pure all’interno della scuola lo smartphone, per superiori ragioni di igiene antropologico-culturale”.
“Sull’esempio del Giappone – sostiene ancora il giornalista del Corriere – affidamento della pulizia interna e del decoro esterno degli edifici scolastici agli studenti della scuola stessa. I quali potrebbero provvedere un’ora prima dell’inizio delle lezioni alternandosi a gruppi ogni dieci giorni”.
Ma quale sarebbe lo scopo di questa novità ?
“Oltre al piccolo ma non proprio indifferente risparmio economico – scrive Galli Della Loggia – sarebbe un mezzo utilissimo per instillare negli studenti stessi il sentimento di appartenenza alla propria scuola e per insegnare alle giovani generazioni il rispetto delle proprietà pubbliche e gli obblighi della convivenza civile (non s’imbrattano i muri!)”.
Non manca un consiglio dal vago sapore anti-europeista: “Alle gite scolastiche sia fatto obbligo di scegliere come meta solo località italiane. Che senso ha per un giovane italiano conoscere Berlino o Barcellona e non aver mai messo piede a Lucca o a Matera? L’Europa comincia a casa propria”.
Per concludere con due suggerimenti sui quali il consenso potrebbe anche essere ampio
Il primo riguarda “l’obbligo per tutti gli istituti scolastici di organizzare e tenere aperta ogni giorno per l’intero pomeriggio una biblioteca e cineteca con regolari cicli di proiezioni, utilizzando, se necessario, anche studenti di buona volontà. L’adempimento di tale obbligo deve rientrare tra gli elementi basilari di valutazione della qualità degli istituti stessi”
E infine: “Istituti e plessi scolastici devono essere intitolati al nome di una personalità illustre; in fin dei conti anche ai più giovani forse non dispiace avere un passato”.
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