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Per i precari della Sardegna e di altre regioni, la soluzione sta forse nel comma 95

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Il comma 95 della legge 107 contiene, forse, una soluzione almeno parziale al problema dell’ “esodo” dei precari che sta emergendo in questi giorni.
Vediamo perchè e come.
Un esempio concreto può servire a spiegare meglio la questione.
In Sardegna 1.700 docenti circa hanno presentato domanda di assunzione, tanti quanti sono i posti di organico potenziato (sostegno compreso). Ma se i docenti della classe di concorso X che hanno fatto domanda sono 100 e per quella classe di concorso ci sono solamente 20 posti disponibile è evidente che gli altri 80 sono costretti a spostarsi in un’altra regione.
Ma questo ragionamento è impreciso perchè non tiene conto che i posti disponibili  si conosceranno successivamente e cioè quando l’ufficio scolastico regionale li avrà definiti, secondo una procedura che è precisata proprio nel comma 95:  “Alla  ripartizione dei posti di  cui  alla  Tabella  1  [si tratta dei posti dell’organico potenziato] tra  le  classi  di concorso si provvede con decreto del dirigente  preposto  all’ufficio scolastico  regionale,  sulla  base  del  fabbisogno  espresso  dalle istituzioni  scolastiche  medesime,  ricondotto  nel   limite   delle graduatorie di cui al comma  96 [si tratta appunto delle GAE e delle graduatorie di concorso]
La clausola richamata dal comma 95 appare decisiva perchè si parla del fabbisogno delle scuole che deve perà essere ricondotto nel limite delle graduatorie, ovvero deve essere compatibile con la consistenza delle graduatorie stesse.
Sembra insomma di capire che gli Usr potranno in qualche modo “orientare” le richieste delle scuole in modo da renderle compatibili con il numero di docenti presenti nelle diverse graduatorie. Nel concreto, quando si conosceranno con precisione il numero dei docenti presenti nelle diverse graduatorie, le scuole avranno la possibilità di fare le proprie richieste cercando di farle collimare con le disponibilità di docenti nella regione stessa.
Il meccanismo è certamente complicato, ma, con un adeguato coordinamento a livello provinciale e regionale, potrebbe anche funzionare, almeno nelle regioni in cui il numero totale di docenti che hanno presentato domanda di assunzione non supera il numero di posti complessivi dell’organico potenziato, aumentato dei posti non attribuiti nelle fasi precedenti.