I bambini leggono sempre di meno: l’allarme arriva dalla Germania, uno dei Paesi che storicamente ha sempre creduto nell’importanza della lettura dei libri.
A preoccupare i tedeschi è l’alta percentuale dei bambini e dei ragazzi che soffrono di depressione o di disturbi di concentrazione.
Si ricorre sempre più al supporto psicologico di esperti perché in tanti casi la famiglia e la scuola non bastano più.
Si pensava e sperava che il lungo isolamento del Covid avesse spinto i genitori a tornare alla vecchia abitudine di leggere un libro ai figli a voce alta, invece è accaduto l’esatto contrario.
Chiusi in casa, a quanto pare, ci si è limitati a mettere i figli davanti alla tv, fin dal mattino, o lasciare che passassero il tempo con il cellulare.
Secondo Italia Oggi “circa la metà dei genitori in Germania non legge più per i figli, esattamente il 44%. Tre anni fa, prima della pandemia, era il 38%”. Una percentuale non bassa ma che non accontenta evidentemente i tedeschi che hanno una lunga tradizione del leggere a voce alta. Si pensi al fatto che è una cosa che pretendono gli stessi autori alla presentazione dei loro libri. Un approccio alla lettura molto consolidato: basti pensare che solo a Berlino ci sono 82 biblioteche pubbliche, la frequenza è gratuita per i ragazzi e la tessera per gli adulti costa dieci euro per un anno. Non è un problema per le famiglie ottenere libri per i figli da leggere insieme la sera, magari non ogni giorno invece della tv, basterebbe una volta alla settimana. Tre anni fa, l’8% dei genitori non leggeva ad alta voce per i figli, oggi è il 19%. Un bambino su cinque in Germania non ha mai ascoltato una favola o una novella letta ad alta voce, a casa oppure a scuola.
Una situazione che fa il pari con il resto dell’Europa e con gli States. Secondo una ricerca pubblicata da poco dall’American Psychological Association tutti i giorni gli adolescenti americani si dedicano ai loro dispositivi e smartphone, invece di perdersi nella lettura di libri o nei media lungo termine (fonte Digitalic).
In particolare, 1 su 3 studenti delle scuole superiori statunitensi non ha letto un libro per scelta nel 2016. Nello stesso periodo, l’82% dei dodicenni ha visitato siti come Facebook, Twitter e Instagram ogni giorno.
Jean Twenge, professoressa di psicologia all’Università statale di San Diego che ha curato lo studio, ha affermato che la mancanza di lettura nel tempo libero è preoccupante: negli anni ’70, circa il 60% degli studenti delle scuole superiori riferiva di leggere un libro, una rivista o un quotidiano ogni giorno. Quattro decenni dopo, solo il 16% dei ragazzi delle scuole superiori ha riferito di averlo fatto.
In Italia, secondo gli studi condotti dal Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e dall’Associazione Italiano Editore (AIE), presentati al Salone del libro di Torino, la fascia di età che non si dedica al nobile passatempo della lettura è tra i 15 e i 17 anni, principalmente nelle regioni del Sud.
Secondo gli studi (fonte Zai Net) questa diminuzione è dovuta alla situazione socio-economica della popolazione e alla nuova immagine che i ragazzi hanno della lettura: molti di loro, infatti, pensano che leggere sia inutile, ed estremamente noioso, preferendo, invece, trascorrere le loro giornate sui social o, comunque, col telefono. Questo è un problema serio se si pensa a tutti i lati positivi del leggere un libro.
Leggere infatti, non solo rinforza le abilità di pensiero analitico ma, inoltre, migliora le abilità di scrittura, aiuta ad essere più tranquilli riducendo lo stress, stimola la mentre, amplia le conoscenze, potenzia la memoria e, infine, sviluppa una maggior attenzione. Fortunatamente e in contro tendenza con il fenomeno decrescente dei lettori, sale il numero medio di libri, e-book e audio libri e anche il tempo loro dedicato.
La lettura dei libri ha una storia radio televisiva molto importante. I nonni di adesso ricordano sicuramente i tanti romanzi raccontati a puntate con voci storiche di attori famosi che facevano compagnia in tante case italiane.
Un filone, quello degli audiolibri, che vede nel 2022 un forte incremento nel consumo dei podcast con più 7% rispetto all’anno scorso, un trend positivo da oltre 6 anni (fonte NielsenIQ per Audible).
Sono 15,4 milioni gli italiani che nel 2022 hanno ascoltato almeno una volta un podcast, rispetto ai 14,5 dell’anno precedente. Un aumento di quasi 1 milione di ascoltatori, che dopo l’exploit registrato nel 2020, conferma come sempre più italiani siano incuriositi e appassionati a questo formato di audio entertainment.
Un trend molto positivo anche negli USA con una cifra doppia da oltre 10 anni.
Alla scuola il complicato compito di lavorare molto su questo fenomeno del calo di lettori di libri.
È importante lavorare per far capire l’importanza della lettura di un libro per i ragazzi e bambini, senza la necessità di farlo passare per un obbligo.
Trovando la leva culturale giusta e dando la possibilità della scelta del testo si potrà tornare a far sfogliare le pagine di un libro a moltissimi studenti.
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