Noto, con una certa irritazione, che periodicamente lanciate questo ballon d’essai sulla differenziazione salariale in base alla correzione compiti. Mi pare un argomento misero quanto pretestuoso. E spiego perché. Insegno ‘Arte e immagine’ nella secondaria di primo grado da una trentina d’anni, la mia cattedra prevede 9 classi (in media 28 alunni per classe e quindi 252 allievi). Come credete che li valuti? In base agli elaborati grafico-pittorici che devono essere perlomeno visionati. Vogliamo ipotizzare 5 minuti ad elaborato? Sono 84 h/anno. Poi c’è la valutazione di storia dell’arte. Siccome le ore di servizio per ogni classe sono 2 alla settimana; per non perdere tempo mi sono organizzata con diversi tipi di verifiche (questionari a risposta chiusa e aperta, vero/falso, close, ecc.). In media, mi pare ragionevole ipotizzare 8 minuti per ciascun compito. Secondo la medesima periodicità sono 134.4 h/anno. In totale: 218,4 ore. In più: i consigli di classe sono, minimo, nove al mese (non credo di essere l’unica che conta almeno 5 consigli straordinari nell’arco dell’a.s.). Durante gli esami di Stato siamo impegnati negli scritti di tre terze e negli orali: una decina di giorni dalle 8 del mattino sino alle 19 ma anche alle 20. Per lo stesso monte-ore – ma spalmato in più giorni – mi risulta che i colleghi della secondaria di secondo grado percepiscano emolumenti. È abitudine dei DS, poi, chiamarci in causa per dare visibilità alla scuola attraverso partecipazione a concorsi o attività promosse dall’Amministrazione comunale. In più di 30 anni di lavoro posso dire di essere stata raramente coordinatrice, ma puntualmente segretaria.
Sono laureata, in possesso di un master, e di titoli di formazioni ‘pesanti’. Nessuno ha mai valutato la mia preparazione come ‘voce’ significativa per aumentarmi lo stipendio. Eppure non ho mai smesso di formarmi, sacrificando week-end e mesi estivi di ‘vacanza’. Se dobbiamo rivedere i criteri di attribuzione del salario, allora, mettiamo tutto sul piatto!