Categorie: Politica scolastica

Per i sindacati un altro boccone amaro

Un altro boccone amaro. È quello che i sindacati della hanno dovuto ingoiare dopo aver letto le anticipazioni fornite dal quotidiano La Repubblica, il 19 febbraio, sul piano di assunzioni che il Governo si appresta a varare. Con solo una piccolissima fetta dei docenti abilitati, relegati in seconda fascia d’istituto, che verrebbero assunti: in tutto poco più di un migliaio.

Per la Uil Scuola, se il progetto sarà confermato in Consiglio dei ministri, “il 50 per cento dei precari sarà fuori dalle assunzioni”.

Va giù duro anche Rino Di Meglio, coordinatore della Glida degli Insegnanti, secondo il quale è addirittura “scandaloso che un quotidiano nazionale oggi riporti anticipazioni dettagliate sul piano di assunzioni previsto dal decreto ‘la Buona Scuola’ mentre appena tre giorni fa il ministro Giannini non ci ha fornito alcuna notizia durante l’incontro avvenuto al Miur”. Il sindacalista triestino punta l’indice anche sul modus operandi scelto dal Governo, giudicato “irrispettoso nei confronti di chi rappresenta migliaia e migliaia di docenti”.

 

 

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Oltre a contestare il metodo, Di Meglio solleva critiche anche in merito alle scelte che Renzi e il dicastero di viale Trastevere intenderebbero adottare per sanare il grave fenomeno del precariato nella scuola italiana: “molti insegnanti resterebbero tagliati fuori dal piano di stabilizzazioni, con il rischio di provocare così un ampio contenzioso. Ci auguriamo, invece, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – che le modalità di assunzione dei precari siano tali da rispettare pienamente la sentenza emanata dalla Corte di Giustizia europea lo scorso 26 novembre e che non vengano deluse le attese dei tanti colleghi da anni in servizio con contratti a tempo determinato”.

Marcello Pacifico, presidente Anief, dal canto suo, contesta il censimento realizzato dall’amministrazione, perché continua ad essere “falsato dalla confusione tra organico di fatto e di diritto: è un errore perpetrato negli ultimi anni, dovuto alla volontà di risparmiare sulle buste paga dei supplenti. Per saperne di più, non dobbiamo attendere che il Consiglio dei ministri del 27 febbraio, ma se in questa settimana che precede l’approvazione del decreto non si farà una seria verifica, mai richiesta dai sindacati rappresentativi che avrebbero dovuto vigilare, l’Anief annuncia sin d’ora lo sciopero a marzo. E uno scontro durissimo in tribunale. Con risarcimenti milionari a favore – conclude Pacifico – dei precari danneggiati”.

 

 

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Alessandro Giuliani

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