Sulla questione vaccini agli studenti, arriva dall’Emilia-Romagna la notizia della diffida formale da parte dei comitati della Rete Nazionale Scuola in Presenza alla Regione. Alla base di questa decisione, le dichiarazioni dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini che sul ricorso all’obbligo vaccinale, si legge nella diffida, “sembra aprire la strada a provvedimenti discriminatori di quarantene e di Dad per gli studenti non vaccinati”.
I comitati chiedono sia al governatore Bonaccini di disporre l’immediata pubblica ritrattazione di ogni dichiarazione allarmistica ed illegittima che discrimini gli studenti vaccinati da quelli non vaccinati, sia al Governo di intervenire per porre fine a questa confusione in ambito sanitario, visto che gli studenti (delle superiori) della Regione sono stati tra i più penalizzati con appena 72 giorni di scuola da febbraio in poi.
L’elemento scatenante sono state le dichiarazioni dell’assessore Donini, che qualche giorno fa aveva affermato: “solo con la vaccinazione della popolazione in età scolastica dai 12 ai 19 anni “la scuola potrà affrontare la ripartenza senza più ricorrere alla didattica a distanza, perché credo sia giusto, per la popolazione vaccinata, che possa sottrarsi a qualunque provvedimento di quarantena e di didattica a distanza, qualsiasi scenario epidemiologico dovessimo avere in autunno”.
La reazione della Rete è stata dura, prevedendo atti discriminatori e parlando di imposizione (formale o indotta) del vaccino anti-Covid in contrasto con l’art.32 della Costituzione. Secondo i comitati dunque si configurerebbe una discriminazione diretta tra ragazzi e il resto della popolazione adulta (per la quale non esiste l’obbligo di vaccinarsi) ma anche tra ragazzi vaccinati e non sul diritto di frequentare la scuola in presenza, con danni alla salute psico-fisica degli studenti e relazionali. Inoltre l’Italia sarebbe l’unico Paese dell’Ue che impone l’obbligo di vaccinazione agli studenti.
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