Per Pietro Ichino, professore, giuslavorista, con un passato nel mondo sindacale e ora senatore del Partito democratico, il Governo ha lavorato bene in tema di lavoro giovanile, anche se la vera riforma è “il potenziamento dei servizi di orientamento scolastico e professionale”.
“Rispetto alla proposta del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – dice Ichino all’Adnkronos – mi sembra decisamente meglio tarato il progetto del governo: non soltanto per l’equilibrio, che pure è necessario, tra costo e beneficio atteso, ma soprattutto perché la misura che si adotta deve servire essenzialmente a neutralizzare lo svantaggio di cui soffre la nuova generazione nel mercato del lavoro, senza produrre nuovi squilibri”.
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“Sul piano strutturale occorrono altre misure di sostegno al giovane nel suo primo accesso al mercato del lavoro”. In primis “Il potenziamento dei servizi di orientamento scolastico e professionale, capaci di raggiungere ciascun adolescente, di tracciarne il profilo e indicargli gli strumenti per accedere alle occasioni di lavoro corrispondenti alle sue attitudini e aspirazioni”. Per questo “è indispensabile che di ogni corso di formazione professionale o di istruzione universitaria venga fornito il tasso di coerenza tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi”.
Non una misura immediata ma “se si incomincia subito, almeno con le Regioni disponibili, a realizzare l’anagrafe dei frequentatori dei centri di formazione, nel giro di due o tre anni, incrociando i dati con quelli delle comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro, sarà possibile individuare il tasso di coerenza per ciascun centro di formazione operante in ciascuna Regione coinvolta. Per la scuola media superiore e per le facoltà universitarie questo si potrebbe già fare oggi”.
È una riforma, conclude Ichino “che non richiede nuove norme legislative, ma soltanto cooperazione tra centro e Regioni, e capacità di implementazione sul piano operativo”.