Come è ormai noto, la ministra Azzolina ha dichiarato che, per causa dell’emergenza coronavirus, la composizione della commissione agli esami di Stato sarà costituita da soli membri interni con un presidente esterno.
Tuttavia, un precedente sondaggio di Skuola.net aveva chiesto ai propri lettori quali cambiamenti avrebbero più di ogni altro gradito agli esami di Stato e in maggioranza hanno indicato proprio quello adottato dalla ministra.
In 3 mila hanno risposto al sondaggio
3 mila candidati infatti hanno risposto al sondaggio, votando anche su altre questioni come lo spostamento a luglio degli esami di Stato, che però ha convinto solo il 5%, per avere più tempo per lo studio, contro il 95%.
Tuttavia, richiede dei cambiamenti: il 42% vorrebbe eliminare la seconda prova scritta – caratterizzante l’indirizzo di studi, la più insidiosa – e rimodulare lo scritto d’Italiano e l’orale in base al programma svolto in classe al momento dello stop alla didattica frontale; molto gettonata (38%) anche l’opzione che vedrebbe i maturandi cimentarsi solo con un colloquio orale (meglio se con un programma ‘congelato’ a prima del coronavirus), decisamente meno consensi (15%) per l’ipotesi di lasciare tutto così com’è – doppia prova scritta e orale – anche se venissero tenuti in considerazione i problemi che inevitabilmente ci saranno a causa delle lezioni da casa.
Inoltre il 37% è soddisfatto di come procede la preparazione, anche se il merito è attribuito soprattutto allo studio individuale; il 48%, invece, confessa di essere andato poco avanti con i programmi ma non boccia del tutto il supporto che la scuola gli sta dando. Cosa, quest’ultima, che fa solo il 15% dei maturandi: l’8% si sta limitando a ripassare le cose già spiegate in classe, il 7% al momento neanche quello.
In ogni caso, il sondaggio segnala pure che circa 4 studenti su 10 sono fiduciosi che l’esame potrebbe essere addirittura più facile rispetto a quello affrontato da chi li ha preceduti, specie se i professori che li dovranno giudicare si metteranno una mano sulla coscienza, viste le difficoltà che avranno nei mesi a venire. Ciò non toglie che nella maggior parte dei casi l’ansia da prestazione inizi a farsi strada: il 52% non si fa grandi illusioni, l’esame sarà più difficile e la preparazione non potrà che essere minore di come immaginavano.
Sul sei politico il 45% lascia intendere di voler essere valutato sulla base di quanto fatto negli ultimi cinque anni, mentre per quanto riguarda le commissioni d’esame, più di 9 candidati su 10 sarebbero meno preoccupati sapendo di sedersi di fronte ai propri docenti e non a degli sconosciuti: il 58% vorrebbe tutti commissari interni, compreso il presidente; il 37% manterrebbe un presidente esterno, a garanzia della regolarità dell’esame; appena il 9% non cambierebbe la struttura mista attuale.
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