“Un provvedimento atteso e necessario che, alla prova dei fatti, si è rivelato grossolano, superficiale e lacunoso: un’occasione gettata a mare. Lo schema di regolamento di revisione delle classi di concorso per i docenti della scuola secondaria, attualmente al vaglio della commissione Cultura della Camera, è un’oscenità che sembra scritta da dilettanti e che, per quante toppe si vogliano mettere, non sarà mai ricevibile. Lo stesso Consiglio di Stato intravede ‘il pericolo di una dequotazione della qualità del nostro sistema di formazione superiore (…) destinata a ripercuotersi in senso negativo sulla complessiva offerta formativa del nostro sistema’. Chiediamo dunque che venga ritirato e si riparta da zero, con un confronto serio sui titoli di accesso e sulle classi di concorso, tenendo conto delle esigenze della scuola e dell’organizzazione dell’offerta formativa universitaria”.
Lo affermano i parlamentari M5S in commissione Cultura di Camera e Senato.
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“Di un provvedimento c’era certamente bisogno, anche alla luce dei nuovi corsi di laurea sorti negli ultimi anni, e questa poteva rappresentare anche l’occasione per revisionare i criteri di accesso all’insegnamento. Purtroppo però l’attuale schema di regolamento è un disastro: per fare solo alcuni esempi, in base al nuovo regolamento potranno insegnare Arte docenti senza aver mai fatto un esame di storia dell’arte, o scienze economico- aziendale docenti senza aver fatto esami di economia. al contrario, per i laureati in giurisprudenza sarà quasi impossibile insegnare diritto.
Quello presentato è un testo talmente discutibile che anche il Consiglio di Stato ha sospeso il suo giudizio, chiedendo al Miur di spiegare l’iter logico seguito, oscuro allo stesso Consiglio di Stato, e di conoscere le conseguenze che potrebbe determinare per docenti precari e di ruolo. Da Viale Trastevere il ministro Giannini cerca di gettare acqua sul fuoco affermando che non ci saranno ricadute per queste categorie ma, vagliando le tabelle, sembrerebbe che i docenti di ruolo in mobilità possano essere bloccati dal nuovo sistema. Inoltre, il regolamento sembrerebbe valido anche per i docenti precari e già abilitati. Usiamo il condizionale perché, di tutto ciò, nel regolamento non vi è traccia di spiegazione.
Forti perplessità vengono manifestate in commissione dalla stessa maggioranza, al punto che stanno predisponendo un parere nel quale vengono poste numerose condizioni al governo. Resta invariato il nodo della questione: il provvedimento è sbagliato già alla radice. Tutto questo senza dimenticare che, viste le numerose lacune presenti, il rischio che si apra una stagione di contenziosi è altissimo”.
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