Ancora un’importante pronuncia della Magistratura del lavoro nel fitto contenzioso che sta interessando l’inserimento nelle GaE dei docenti con diploma magistrale.
La querelle, che tocca contemporaneamente, sia la Giustizia Amministrativa che quella Ordinaria, in merito al diritto conseguito entro l’a.s. 2001/2002, sta prendendo infatti una direzione prevalente: dopo le ormai note pronunce del Consiglio di Stato che, sia in sede consultiva e giurisdizionale ha sancito la validità del diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002 ai fini dell’accesso alle graduatorie ad esaurimento, la controversia si è spostata infatti nelle aule dei Tribunali del lavoro.
A differenza del massimo organo della Giustizia amministrativa, diversi giudici del lavoro, non riconoscendo efficacia erga omnes alle diverse sentenze di annullamento del DM 235/2014 emesse dal Consiglio di Stato, stanno negando agli abilitati con diploma magistrale l’accesso alle Gae, sulla scorta di argomentazioni a nostro parere per nulla condivisibili.
In questo panorama giurisprudenziale, in cui si annoverano altrettante, e probabilmente più numerose, pronunce favorevoli ai diplomati (si registrano provvedimenti favorevoli presso i Tribunali di Pordenone, Ravenna, Padova, Messina, Ragusa, Gorizia, Como, L’Aquila, Tivoli, Avezzano Frosinone, etc…), è recentemente intervenuto anche il Tribunale di Enna.
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Con ordinanza del 6 ottobre scorso il Giudice del lavoro di Enna, condividendo le tesi abilmente sostenute dall’avvocato Elisa Cosentino in favore di un docente precario in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002, ha infatti ordinato all’Amministrazione scolastica di procedere all’inserimento del ricorrente nelle graduatorie ad esaurimento, rilevando che la trasformazione delle graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento, ad opera della legge finanziaria del 2007, non costituisce un ostacolo all’inserimento dei diplomati, tenuto conto che la norma potrebbe al più costituire un ostacolo all’inserimento dei nuovi abilitati, e non pure di coloro i quali erano già in possesso di abilitazione perché conseguita prima del 2007, rappresentando quest’ultima l’unica interpretazione costituzionalmente orientata della norma medesima.
Al momento sono ancora parecchie centinaia le cause pendenti innanzi ai giudici del lavoro ed i docenti interessati sono sempre più convinti ad andare sino in fondo, anche innanzi alla Corte di Cassazione o alla Corte di Giustizia europea, per vedere riconosciuto il loro diritto.
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