La storia, la cultura, l’arte dei nativi americani, in una mostra ‘totale’, a 360 gradi sugli indiani del Nuovo continente: è quella ospitata, dal 3 al 9 dicembre, in Palazzo Pitti a Firenze.
Curata da Herman J. Viola, riconosciuto studioso dell’argomento ed esperto della Smithsonian Institution di Washington, in collaborazione con il Gilcrease Museum di Tulsa, in Oklahoma, (uno dei musei più importanti per la storia del continente nord-americano e il più grande al mondo per le collezioni di arte e artigianato relative alla storia del West), l’ esposizione, oltre ad essere organizzata non a caso in occasione dell’anno vespucciano, è la prima in Europa per quantità di opere presentate dedicata agli indiani d’America.
Attraverso vedute dei territori dove i nativi vivevano, ritratti in fotografie e dipinti, oltre che grazie ad una ricca galleria di oggetti di uso comune e quotidiano, armi, abiti e suppellettili, sarà possibile per il visitatore, penetrare nella vita di tutti i giorni di questi popoli. La mostra è suddivisa in due sezioni: una storica, l’ altra a carattere antropologico.
Della rassegna fanno parte anche oggetti cerimoniali, come i famosi ‘caschi piumati, ovvero copricapi di penne indossati durante le cerimonie e in battaglia dai capi tribù; esposti, nel suo ambito, anche dipinti della seconda metà dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, realizzati da artisti americani di formazione europea quali William Robinson Leigh, Joseph Henry Sharp, George Catlin, che celebrano la bellezza dei paesaggi dell’ America incontaminata dove la presenza di quei popoli primitivi stava andando progressivamente a scomparire a causa dell’inevitabile avanzare verso ovest delle nascenti città e della loro industrializzazione.