A Ciriè, piccola città alle porte di Torino, si sta consolidando un progetto molto interessante per aiutare studenti e personale scolastico che arriva da lontano. Presso l’Istituto Fondazione Ernesta Troglia l’Amministrazione ha deciso di destinare un’area della struttura ad accogliere studenti, docenti e personale scolastico che lavora nel territorio ma arriva da altri centri o anche da altre regioni.
Ne parliamo con la presidente della Fondazione, la ex dirigente scolastica Maria Carla Micono.
Già dal 2012 la Fondazione Istituto Ernesta Troglia (è in corso la procedura per passare da ONLUS a Ente del Terzo Settore), aveva attivato un servizio di accoglienza e soggiorno per studenti del corso universitario di Scienze Infermieristiche di Ivrea che devono frequentare anche attività di tirocinio presso l’Ospedale di Ciriè o di San Maurizio, piccolo centro poco distante da noi. Successivamente la struttura ha ampliato il servizio rispondendo anche alle richieste di docenti supplenti e di personale ATA della scuola, che arrivano da altre regioni. Questa accoglienza permette loro di trovare una prima sistemazione e, se il servizio diventa continuativo, di cercare in zona sistemazioni più stabili.
Complessivamente qual è la disponibilità di posti e in questo momento quante persone state ospitando?
L’Ostello dispone di due grandi camere, ognuna con 5 posti letto (maschile e femminile), di uno spazio per il consumo di pasti , in cui non si può cucinare, ma dotato di frigorifero, forno a microonde, bollitore, arredi vari, una televisione; ci sono poi due grandi bagni attrezzati anche per eventuali disabili, altri due servizi, e due box doccia; gli studenti possono fruire di una lavatrice, accessibilità a collegamento internet ed inoltre, si può avere anche la possibilità di posteggio auto. La struttura è situata in una zona centrale della città. L’ostello è regolarmente registrato presso il Comune e la Regione; tutti gli ospiti sono segnalati nel loro soggiorno presso la questura, come per tutte le strutture alberghiere.
Immagino che per voi le entrate derivanti da quanto versano gli ospiti coprano a mala pena i costi (ci sono da considerare le spese di energia, pulizia e altro ancora). Perché lo fate?
Abbiamo strutturato questo spazio della struttura per aiutare soprattutto i giovani, anche perché la benefattrice che ha lasciato lo stabile ed il patrimonio alla città fin dal 1904, aveva voluto che la struttura potesse permettere, allora, la formazione di personale femminile (scuola e mestiere); nel tempo la struttura si è trasformata diventando Fondazione negli anni 2000, ma mantenendo al primo posto obiettivi di accoglienza, educazione, sostegno a minori e a famiglie in difficoltà. Per tale motivo i costi dell’ostello sono molto contenuti.
Avete sovvenzioni pubbliche?
Non abbiamo sovvenzioni pubbliche, tranne qualche contributo da parte dell’Ente locale per l’aiuto e la disponibilità a collaborare. I nostri proventi derivano da affitto dei locali per attività varie (con l’Unitre, con Associazioni, con il Consorzio dei servizi Socio Assistenziali, con privati…).
La struttura viene sempre concessa gratuitamente alle scuole del territorio.
Il problema di studenti e personale scolastico che si sposta a centinaia di km dalla propria abitazione è sempre più diffuso. Non sarebbe il caso di pensare a progetti in cui soggetti pubblici e privati possano collaborare per contribuire a risolvere questa situazione?
Il problema evidenziato rispetto al personale scolastico che, su graduatorie nazionali, si sposta da un posto all’altro della penisola, è ben presente e si evidenzia ormai ogni anno. Certo, ci vorrebbe una collaborazione tra Enti pubblici e privati più incisiva in modo da poter offrire servizi che stanno diventando sempre più necessari per chi lavora nella scuola.