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Per l’Istat in Italia sempre più figli unici che si consolano col cellulare

Malgrado il tasso di natalità sembra aver fatto registrare negli ultimi anni evidenti segnali d’innalzamento, in Italia risultano in aumento i figli unici e i minori che vivono con un solo genitore: una forma di solitudine che viene comunque “rimpiazzata” da un uso sempre più sfrenato del cellulare e del computer. A rilevarlo è stato l’Istat che attraverso il rapporto “La vita quotidiana di bambini e ragazzi”, reso noto il 17 novembre, ha evidenziato i mutamenti delle abitudini dei giovani italiani negli ultimi dieci anni.
L’indagine si presenta molto indicativa: è stata infatti realizzata interpellando, durante lo scorso febbraio, ben 20 mila famiglie. Quel che è emerso è che se nel 1998 il 23,8% dei minori in età compresa tra 6 e 17 anni non aveva fratelli, nel 2008 i figli unici sono diventati il 25,4%. Secondo lo studio più della metà dei minori di almeno sei anni ha un solo fratello (54,7%), mentre diminuiscono quelli che ne hanno almeno due (dal 23,1% del 1998 al 19,9% del 2008). Aumentano poi i minori che fanno parte di famiglie con un solo genitore: passano dal 6% del 1998 al 9,4% del 2008. Un risultato chiaramente conseguente alle 80 mila separazioni che ogni anno si concretizzano nel nostro Paese.
Un altro dato inequivocabile emerso dalla ricerca è che al chiaro aumento di figli unici e giovani che vivono col mono-genitore corrisponde un sensibile incremento dell’uso di nuove tecnologie: basta dire che il telefono cellulare nel 2008 è diventato compagno inseparabile del 92% di giovani tra gli 11 e i 17 anni (nel 2000 lo era solo del 55,6%). E l’incremento maggiore è si è concretizzato tra i più piccoli: tra gli 11 e i 13 anni l’utilizzo del cellulare è passato, infatti, dal 35,2% al 83,7%; mentre tra i 14 e i 17 anni dal 70,4% al 97,8%.
Il computer, e quindi internet, trova invece terreno fertile soprattutto tra i maschietti (70,4%) ed un po’ meno tra le bambine (39,9%). Cala, invece, vertiginosamente la fruizione della tv: la quota dei ragazzi italiani che la guardano almeno tre ore al giorno è scesa dal 42,7% del 2005 al 34,9% del 2008. Sembra prevalere ormai il passatempo attivo: in dieci anni è aumentata del 50% la quota dei minori (con più di cinque anni) che vanno a teatro (dal 19,9% al 30,2%). Incrementi sono stati registrati anche tra i giovani che vanno al cinema (dal 69,2% al 78,3%), che visitano musei e mostre (dal 38,3% al 42,4%), che vanno a concerti di musica classica (dal 5,7% all’8,1%) o a spettacoli sportivi (dal 38,7% al 41,6%). I giovani del 2008 sono inoltre sempre più autonomi (il 38,7% è in possesso delle chiavi di casa e il 52,9% organizza feste a casa propria) e “sovvenzionati”: tra i 14 e 17 anni i ragazzi che ricevono regolarmente la paghetta, in media 17 euro alla settimana, sono il 57,2%, mentre tra le ragazze della stessa età la quota scende al 48%.
Una delle tradizioni che sembra invece non essere in crisi è quella dei nonni: il 64,4% dei bambini fino a 13 anni continua ad essere affidato a loro; solo l’11,4% ad altri parenti, conviventi e non, ed appena il 4,5% a baby sitter di professione (l’8,3% se la donna lavora e al 22,2% se è dirigente, imprenditrice o libera professionista).
 
Alessandro Giuliani

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