Categorie: Politica scolastica

Per la Gelmini la scuola di Renzi condanna gli insegnanti all’egualitarismo

Durante il Tgcom 24 news di oggi è andato in onda un simpatico siparietto tra due onorevoli deputate del Parlamento italiano. Le due politiche, una di Forza Italia e l’altra del Partito Democratico, almeno sulla carta e secondo i rispettivi partiti, dovrebbero intendersi di politiche scolastiche, una per essere stata anche ministro dell’Istruzione, e l’altra per essere membro della Commissione cultura, scienza ed istruzione della Camera.
Stiamo parlando di Maria Stella Gelmini e Simona Malpezzi.

L’onorevole Gelmini attacca duramente la riforma Renzi sulla scuola, definendola un tentativo mal riuscito di riformare la scuola dal punto di vista dell’ideologia di sinistra:  “La scuola non è il luogo delle dispute sindacali e neppure delle dispute politiche, una riforma vera avrebbe dovuto mettere al centro lo studente e l’insegnante. E all’insegnante per la prima volta dovrebbe essere stato garantito un affrancamento dal sindacato e la possibilità di una progressione di carriera legata al merito non al trascorrere del tempo”  (“Ci sono tutte queste cose, ci sono tutte” afferma in sottofondo la Malpezzi). La Gelmini non gradisce l’interruzione della Malpezzi, che invece si intesta il merito di attuare la riforma voluta a suo tempo dal deputato di Forza Italia, risponde: “Non ci sono né risorse per la valutazione né per la carriera degli insegnanti e né scatti di merito”; continuando poi il suo discorso la Gelmini sostiene che nella riforma della scuola di Renzi “c’è qualche incentivo, ci sono parole ma non ci sono fatti; la scuola di Renzi è ancora la scuola che condanna gli insegnanti all’egualitarismo e li rende dipendenti dal sindacato, non è una buona scuola e non è una riforma”.

La Malpezzi dal canto suo, contesta l’opinione della Gelmini e scuote il capo. Così facendo l’onorevole del Partito Democratico, che insiste nel dire che la scuola di Renzi è di fatto quello che è il desiderio della Gelmini, ha svelato a tutt’Italia che le linee politiche del PD sono perfettamente in sintonia con quanto previsto dal partito di Silvio Berlusconi.

Un siparietto sintomatico del vuoto di idee, che la nostra politica ha sulle politiche scolastiche. Poi emerge un evidente odio verso i sindacati, rei secondo la stessa Gelmini, che parla di affrancamento degli insegnanti dal sindacato, di soggiogare e tenere in pugno la categoria docente.

Forse Gelmini e Malpezzi, dovrebbero sapere che il 5 maggio in piazza non ci saranno i sindacati ma il popolo della scuola che utilizzerà il megafono sindacale e non viceversa. Forse si sottovaluta la libertà di azione e di pensiero degli insegnanti, che non sono burattini in mano a un burattinaio, come invece accade a certi onorevoli deputati che devono rendere conto ai loro capi. Se si tenesse conto di questo, forse si riuscirebbe a fare una riforma dignitosa per la scuola e per tutti gli insegnanti.

Lucio Ficara

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