Per la scuola, la prima settimana di novembre sarà decisiva: nei prossimi giorni, infatti, si capirà finalmente se e in che modo il Governo Prodi sarà in grado di modificare le norme della legge finanziaria che più di altre stanno creando malumori fra le parti sociali.
Stando alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, rese subito dopo la conclusione del vertice di maggioranza svoltosi nella mattinata del 28 ottobre, il problema più serio, quello cioè del rinnovo del contratto, potrebbe essere risolto: Prodi, infatti, ha detto esplicitamente che “verranno rispettati gli impegni presi per il contratto dei pubblici dipendenti”.
Ma basterà questa assicurazione per frenare il malcontento che, nella scuola, sta aumentando di giorno in giorno?
Difficile fare previsioni.
Intanto Rifondazione Comunista ha annunciato che sono già pronti almeno 14 emendamenti agli articoli della legge finanziaria da discutere in Commissione Bilancio.
In discussione non c’è solo la cancellazione della clausola di salvaguardia contenuta nell’art. 67 (i risparmi previsti dalla manovra da obbligatori diventerebbero una semplice indicazione programmatica senza nessun valore reale); Rifondazione (ma anche Comunisti italiani e settori significativi dei DS) mirano infatti a riscrivere quasi del tutto il comma sull’obbligo a 16 anni, ad eliminare la previsione di aumentare il rapporto numerico classi/alunni, ad incrementare in modo consistente il numero di assunzioni in ruolo e ad eliminare l’assegnazione di 100milioni di euro alle scuole paritarie.
Ma Padoa Schioppa lancia segnali inequivocabili: ”Non si possono cambiare le fondamenta e i muri maestri della finanziaria; i saldi della finanziaria non possono essere modificati’‘ e chiarisce – per chi non avesse capito bene i termini della questione – che ogni emendamento dovrà indicare in modo preciso le modalità di copertura.
E che per la scuola non ci siano possibilità di modifica, lo fa intuire anche Romano Prodi che afferma “Sono previsti approfondimenti sull’università, la sicurezza e i non contrattualizzati nella pubblica amministrazione come i magistrati e i diplomatici’‘. Di scuola non parla. Un caso o una dimenticanza voluta? Se i sindacati si “accontenteranno” della certezza del rinnovo contrattuale, è molto probabile che il testo della legge resti davvero quello attuale. In caso contrario bisognerà capire dove si troveranno i soldi per contenere i “tagli” (o “razionalizzazioni” come Ministro e Viceministro insistono a definire le misure dell’articolo 66).