Per il terzo anno scolastico consecutivo a scuola non è cambiato nulla, nonostante uno stato di emergenza sanitaria che doveva e deve essere affrontato anche con azioni di sistema e di prevenzione:
Oltre 100.000 cattedre vacanti e organici insufficienti per il personale ATA
Classi pollaio
Strutture inadeguate (anche prima della pandemia)
Organico covid ridotto del 70%
Trasporti non pervenuti
Deroga alla distanza di un metro fra gli alunni in classe
Non pretendevamo, certo, in quasi due anni la soluzione di problemi “atavici”, però non si è fatto ciò che si poteva fare:
Sfruttare il patrimonio edilizio pubblico non utilizzato
Assumere docenti (con 3 anni di servizio) e ATA (due anni)
Formare le classi con un massimo di 20 alunni, 15 in presenza di allievi diversabili
Garantire il giusto distanziamento, secondo quanto previsto dalle norme di sicurezza pre-Covid
Dotare le aule di sanificatori dell’aria
Ampliare il trasporto pubblico usando, per esempio, anche mezzi delle forze militari
Il governo, consapevole di tali inadempienze, sta tentando, riuscendoci, di spostare l’attenzione. Per il governo, infatti, sembra che tutto ciò che non funziona dipenda esclusivamente dal personale scolastico non ancora vaccinato, che rappresenta circa l’1,5% di quanti ogni giorno si recano a scuola.
Si può essere d’accordo o meno con la scelta di questi colleghi, ma tutti loro stanno esercitando un diritto, visto che. sino ad oggi, non c’è nessun obbligo di vaccinazione, e non si può essere penalizzati perché si esercita un diritto, che, invece, è quello che sta avvenendo, con l’introduzione del green pass e ciò dovrebbe preoccupare tutti noi.
Per garantire la sicurezza a scuola, tenendo conto che la possibilità di contagiare, seppure in misura diversa, riguarda vaccinati e non e che gli studenti in maggioranza, dato il limite dei 12 anni, non sono vaccinati è decisivo prevenire il contagio. In questo senso la misura migliore (come dice lo stesso ministero della salute) è quella di utilizzare i test salivari, gratuiti e per tutti. Gratuiti perché tocca al datore di lavoro garantire le condizioni di sicurezza, per tutti perché come ha detto il dott. Crisanti “È una bufala pazzesca dire che col Green pass creiamo ambienti sicuri”.
Lunedì 30 agosto alle ore 17,00
Presìdi sotto le Prefetture di Catania e Palermo (via Cavour angolo via P.pe di Scordia) e in piazza Archimede a Siracusa
Coordinamento regionale siciliano Cobas Scuola
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