Non parla di vittoria del “centro destra” in Italia, ma della “estrema destra” la stampa estera dopo gli esiti delle elezioni politiche del 25 scorso che ha visto la coalizione composta da FdI, Lega, Fi e Noi moderati raggiungere oltre il 40% dei suffragi.
Riassumendo la stampa straniera titola per lo più: Giorgia Meloni si avvia a guidare il governo più a destra dalla Seconda Guerra Mondiale e da Mussolini.
Oltre dunque a definire “estrema destra” la coalizione che ha avuto la maggioranza dei voti, la stampa estera menziona le radici postfasciste di Fratelli d’Italia e collega il successo con le reazioni preoccupate a Bruxelles.
Per il Financial Times, per esempio, “la vittoria della destra italiana fa presagire rischi ma nessuna deriva nell’estremismo”, mentre la tedesca Bild sceglie un gioco di parole: “Rechts-Rumms in Rom”, ovvero “botta a destra a Roma” che potrebbe suonare anche come “un bel colpo a Roma”.
Per il New York Times, che indica Giorgia Meloni come “leader con radici post-fasciste”, l'”Europa si prepara a virare verso l’estrema destra”.
ll Wall Street Journal mette insieme la vittoria della destra con il momento di crisi economica dell’Europa: “Gli italiani hanno eletto una coalizione di destra, scegliendo una leader non collaudata che dovrà affrontare la flessione economica e la crisi energetica seguite all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.
“L’estrema destra vince le elezioni italiane e Giorgia Meloni è in procinto di diventare la prima donna premier”, titola la Bbc in apertura; “Il partito post-fascista di Giorgia Meloni in testa”, è il bulletin dell’agenzia France Presse.
In ogni caso per la prima volta in Italia un partito dichiaratamente di destra, erede di Alleanza Nazionale, diventa il partito più votato; e per la prima volta in Italia, il presidente del consiglio dei ministri sarà una donna.
Nello stesso tempo tuttavia, i partiti di destra esultano: “La Svezia al Nord, l’Italia al Sud: i governi di sinistra sono una cosa del passato”.
Ma cosa la distingue rispetto ai partiti cosiddetti moderati?
Wired.it ne fa una disamina, ricordando che, “in un tweet poi cancellato ma riportato da Repubblica”, è contraria al reato di tortura nell’ordinamento giuridico italiano perché “impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”; è contraria alla legge Mancino, che punisce i reati di razzismo e “chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Inoltre è contraria al matrimonio omosessuale, all’adozione per famiglie omogenitali e ha proposto di modificare la Costituzione per sancire come la famiglia sia fatta solo da un padre e una madre, come dice l’ungherese Orbàn. È pure fortemente contraria all’eutanasia e alla gestazione per altri.
Sostiene da tempo il “blocco navale” per bloccare i flussi migratori e si è anche opposta all’introduzione sia dello ius soli, sia allo ius scholae.
E in ultimo propone la riforma costituzionale per rendere l’Italia una repubblica presidenziale o semipresidenziale, istituendo l’elezione diretta del presidente della Repubblica, cosa che potrebbe fare senza indire referendum avendo ottenuto con la sua coalizione la maggioranza dei due terzi dei seggi in Parlamento.