Le nuove tecnologie fanno raggiungere velocemente i cittadini, ma fanno anche arrivare le loro critiche in un battibaleno. Così, quello che doveva essere il giorno della svolta, il 29 agosto, a lungo identificato come l’avvio della riforma della scuola in corrispondenza del primo CdM dopo la pausa estiva, si è trasformato in una bolla di sapone: tutto si rimanda a data da destinarsi. “Troppa carne sul fuoco”, la versione ufficiale. Troppi dubbi dal Colle, quella più gettonata.
Così il giorno dopo l’annuncio dello slittamento, ecco la raffica di tweet indirizzati al premier, contenenti i dubbi dei ‘follower’ sui nodi del cronoprogramma di Governo.
Dopo aver annunciato che la riforma verrà presentata la prossima settimana, Renzi rassicura tutti anche sui motivi dell’inatteso posticipo: non sarebbe motivato dalla scarsità di finanziamenti adeguati. “Per mancanza di coperture? Prego? Di cosa parla scusi?”, è la secca risposta, sempre via Twitter. Poi Renzi, conversando con un altro follower, ribadisce: “Tutto il percorso della scuola sarà partecipato. Non la solita riforma calata dall’alto. Aspetta qualche giorno e vedrai”.
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