Noi, da ottobre fra il gelo e la neve a sostenere, spesso, alunni che non ci sono. Noi che accogliamo la scuola, e non il contrario.
Noi che mettiamo a disposizione le nostre risorse (computers, linea) per far collegare quei pochi ragazzi (se vengono) alla Dad con i loro prof curricolari.
Noi, soli in classe, in zona arancione scuro. Noi che solleviamo il morale dei colleghi Ata. Noi che non abbiamo un sindacato decente che ruggisca la nostra rabbia. Noi siamo di serie B? O diventiamo di serie A, perché immolabili al Covid? Insomma, la variante c’è o no? Oppure c’è solo per i curricolari? O per tenere aperte le scuole in piena emergenza pandemica da variante ignota (la cosiddetta variante dei parentignoti).
Stiamo scherzando? In Emilia si gioca con due pesi e due misure. Tutti complici, tutti colpevoli. La categoria è divisa? Spero, da adesso, lo sarà di meno.
Perché il rischio – per un insegnante del Sud – di venire costantemente rinchiuso per un tampone falso, che, magari, in un altro laboratorio darebbe esito negativo, è sempre altissimo. E si sta soli. Ma nessuno fa niente per noi? Un po’ di coerenza, no? Nessuno ha il coraggio della vergogna? – e si ammaleranno in tanti, così dicono i super esperti – chi si prende la responsabilità? Chi si assumerà l’enorme contenzioso che si prospetta, da ogni parte di questo settore?
Lettera firmata
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