La fotografia scattata dal sedicesimo Rapporto sulla sicurezza delle scuole italiane, realizzato da Cittadinanzattiva, non è affatto rassicurante, anche sul piano dell’utilizzo delle risorse che, ancorché insufficienti, non vengono neanche spese adeguatamente.
Il Rapporto fa il punto sulla sicurezza delle scuole italiane, attraverso i dati ricavati da tre tipologie prevalenti di fonti: ufficiali e/o istituzionali, ad esempio del Miur, del Governo, dell’Inail e, per quanto riguarda gli episodi di crolli nelle scuole, le rassegne stampe locali e nazionali. Una attività di monitoraggio civico all’interno di edifici scolastici di Molise, Abruzzo, Calabria e Sicilia che ha permesso di portare alla luce alcuni casi emblematici di scuole insicure. Un report scaturito dall’invio, da parte di Cittadinanzattiva, di istanze di accesso civico a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, relative a 6.556 edifici scolastici di 20 Regioni.
A tal riguardo secondo tale Rapporto servirebbero 15-20 miliardi di euro per ristrutturare o ricostruire il patrimonio edilizio scolastico italiano, ma il ministero dell’Istruzione ne ha sette disponibili.
I dati sono impressionanti. Basti pensare che solo l’1 per cento delle scuole in Puglia, Abruzzo e Sicilia ad aver adottato il Piano di gestione del rischio alluvione, pur trovandosi in aree particolarmente interessate al problema. Ma anche la verifica della vulnerabilità sismica è una chimera. In Calabria solo il 2 per cento degli istituti l’hanno effettuata.
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