Categorie: Politica scolastica

Per svuotare le GaE c’è solo un modo: assumere fuori regione

C’è un tema particolarmente sentito all’interno del ‘pacchetto’ di provvedimenti che il Consiglio dei ministri si appresta ad approvare con il ddl #riformabuonascuola: quello delle assunzioni dei nuovi docenti, su cui alla vigilia dell’approvazione del Governo, si è soffermato il ministro Boschi, parlando per conto della collega Giannini durante il question time alla Camera sollevato dall’on. Silvia Chimienti (M5S): il ministro si è limitato a dire che procederanno “a partire dalle Graduatorie a esaurimento e dai vincitori di concorso 2012”. Con abilitati delle graduatorie d’Istituto e idonei ai concorsi che rimarrebbero fuori. Almeno per il momento.

Il Governo, in pratica, preferirebbe concentrarsi sullo svuotamento delle GaE: la procedura da adottare, riteniamo, potrebbe essere quella di proporre ai docenti dove non ci sono più posti liberi di spostarsi in una sede scolastica fuori provincia o regione. In tante classi di concorso, infatti, il numero di posti vacanti è decisamente inferiore a quello dei candidati in lista d’attesa nelle liste provinciali degli abilitati. Che rimarrebbe ai “box” ancora chissà per quanto tempo prima di intascare il benedetto ruolo.

 

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Ecco che allora, l’unico modello di assunzione fattibile potrebbe essere uno di questo genere: ‘ti do il ruolo, ma dove lo decido io Stato’. Come, del resto, era già stato previsto dalla prima bozza della Buona Scuola presentata ad inizio settembre. Poi il discorso è scemato. Ma ora potrebbe riprendere quota. Facendo masticare amaro più di qualche aspirante prof. Anche perché in caso di rinuncia potrebbe scattare la cancellazione dalle GaE. Un epilogo che, dopo anche decenni di attesa, avrebbe davvero il sapore della beffa.

 

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Alessandro Giuliani

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