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Per una scuola laica ma fedele ai valori della Costituzione: è possibile abolire l’ora di religione e il crocifisso in classe?

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“Difendere la Costituzione ma non la libertà di scelte educative, l’ora di religione e il crocifisso nelle aule”, sembra questo il programma elettorale del PD e le dichiarazioni del Segretario Enrico Letta che intende difendere la Costituzione contrastano con quelle di Pippo Civati e Beatrice Brignone, candidati alle elezioni politiche del 25 settembre con Sinistra Italiana e Verdi, collegata al PD, i quali hanno proposto “l’Abolizione dell’ora di religione per elementari e medie, niente più crocefisso in classe e finanziamenti alle scuole non statali”.

L’opposizione alle scuole paritarie trova riscontro e man forte anche presso i parlamentari Cinque Stelle e dei principi della Costituzione che si intendono difendere si salvano soltanto quelli che convengono agli interessi di parte e non al  bene comune.

Alla proposta “possibile” di Civati ha risposto Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir, il quale ha evidenziato che l’insegnamento della Religione è facoltativo ed ha citato soltanto che oltre un milione di alunni già oggi non si avvale dell’insegnamento, senza affermare che gli altri 7 milioni di studenti italiani se ne avvalgono con profitto, in quanto, come ha scritto Carmelo Mirisola, coordinatore degli Insegnanti di Religione Cattolica della Cisl, “nel quadro delle finalità della scuola”: la Repubblica Italiana dichiara di riconoscere “il valore della cultura religiosa” e di tener conto del fatto che “i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 9.2). La finalità principale di tale insegnamento è lo sviluppo della persona umana, senza distinzioni di sorta, neanche di carattere religioso (art. 3 Cost.).

Chi ha stilato il programma di Possibile rivela di non conoscere il “sistema scolastico italiano”, che prevede la compresenza di scuole statali e paritarie, regolarmente costituite e riconosciute e convergenti nell’offrire un “servizio pubblico” nel rispetto dei principi e dei valori della libertà di scelta educativa.

Non si possono fare dichiarazioni generiche che come tante promesse elettorali sono lucciole e fiammelle che cadono giù e si spengono.

Nell’ordinamento dello Stato ci sono: Leggi, Concordati, Intese, Accordi, Sentenze che non si possono cancellare solo perché a qualche politico non sono graditi.

Si legge ancora nelle proposte del PD, Sinistra Italiana e Verdi, “Per una piena realizzazione del principio costituzionale della laicità si dovrebbe anche abolire la normativa che prevede l’esposizione di un simbolo confessionale come il crocifisso nei locali delle scuole pubbliche”.

Dichiarazione in contrasto con la sentenza delle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione che a proposito dell’esposizione del crocefisso in classe ha detto che “può legittimamente essere esposto allorquando la comunità scolastica valuti e decida in autonomia di esporlo, nel rispetto e nella salvaguardia delle convinzioni di tutti, affiancando ad esso, in caso di richiesta, gli altri simboli delle fedi religiose presenti all’interno della stessa comunità scolastica”.

La proposta di Civati e Brignone di “applicare con rigore l’art. 33 della Costituzione”, nella parte in cui si sostiene che alle scuole “private” non debba essere accordato alcun “finanziamento pubblico, né in forma diretta da parte dello Stato, delle Regioni o dei Comuni, né sotto forma di sovvenzioni concesse alle famiglie in nome della cosiddetta libertà di scelta educativa” è in contrasto con la legge 62/2000 delle scuole paritarie che fanno parte integrante del “Sistema Scolastico Nazionale”, che porta la firma di Luigi Berlinguer.

L’espressione “senza oneri per lo Stato” inserita dal Costituente siciliano Concetto Marchesi, si riferiva alle nascenti scuole di partito, che in quel momento stavano sorgendo e non tanto alle scuole cattoliche, che alzano la bandiera della libertà della scelta educativa che la Costituzione riconosce ad ogni genitore.

“La scelta educativa spetta ai genitori e non ci possono essere imposizioni ideologiche dall’alto, la scuola è delle famiglie”, afferma con chiarezza Suor Anna Monia Alfieri, sostenitrice della libertà delle scelte educative e del costo standard per studente a garanzia di una parità di diritti nel percorso formativo, il diritto di apprendere degli studenti, il diritto alla libertà di insegnamento degli insegnanti, attraverso la definizione  dei costi per favorire gli investimenti ed evitare lo spreco.

Oggi un allievo costa allo Stato in media 8000 euro annui; i conti del Ministero stabiliscono il costo standard in 5.500 euro in media. La differenza sono i soldi intrappolati nella morsa dello spreco.

La scuola è un unicum: è solo in un percorso armonioso – autonomia alla scuola statale, libertà alla scuola paritaria, buono scuola o agevolazione fiscale sia per la scuola statale che per la paritaria, sotto lo sguardo garante dello Stato – che sarà possibile sanare la scuola e renderla effettivo “ascensore sociale” a beneficio dell’intera società italiana.