Nella scuola primaria i voti saranno sostituiti dalla descrizione della progressione nell’apprendimento (modifica stabile del comportamento).
Non è una questione formale.
Duplice è la finalità del controllo scolastico: da un lato c’é l’aspetto amministrativo, che determina il passaggio alla classe successiva; dall’altro lato l’aspetto formativo che si sostanzia nella guida e nel sostegno dell’alunno.
Alle due finalità possono essere associati due modelli, sintetizzati nella denominazione utilizzata dalla legge:
2003 – Sistema educativo di istruzione e formazione;
2017 – Sistema nazionale di istruzione e formazione.
L’architrave del primo è la crescita intellettiva e operativa dello studente cui si contrappone l’adesione ai contenuti disciplinari.
Se si considera che il 65% di quanti accedono alla scuola primaria sarà impiegato in lavori che oggi non esistono [rapporto Istat 2017] e che le conoscenze umane raddoppiano in quattro anni [Nature 2013] si può apprezzare l’importanza, la necessità e l’inderogabilità del provvedimento.
Educare è un’impresa complessa: il voto, erroneamente, la semplifica. Il diverso significato assegnato a “errore” circoscrive e illumina il campo del problema. Alla sua rimozione si contrappone la sua valorizzazione: si ricercano le informazioni che si ottengono analizzando lo scostamento tra risultati attesi e risultati ottenuti.
Enrico Maranzana
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