Perché gli insegnanti non sono e non vogliono essere valutati? Dovrebbero essere loro stessi a volerlo, per dimostrare la qualità del loro lavoro e compiacersene. Viene in mente, in proposito, una vecchia canzonetta:” Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu….”
Eppure una volta la valutazione c’era. La esercitavano i capi d’istituto con quella che si chiamava la “qualifica”. Poi venne il Sessantotto…
Nella scuola c’è un po’ di tutto. Insegnati bravi, generosi, che danno ai ragazzi l’anima oltre che la cultura. Altri del tutto incapaci. L’ultimo che ho conosciuto, di filosofia, non fa lezione, lui è moderno, invia la lezione agli studenti per e-mail … e poi interroga.
Tutti sanno nel mondo di ogni scuola chi vale e chi no. Ma nessuno li può premiare o penalizzare. Egualitarismo totale.
Dare tutto il potere di valutazione ai presidi, come sembra si voglia fare, sarebbe sbagliato. Anche in questa categoria ci sono persone validissime come inette e incolte.
Forse si dovrebbe prendere a modello la Gran Bretagna, dove la valutazione si esercita. Ma l’oggettività è garantita da una commissione composta dal preside, da un ispettore e da un docente universitario che periodicamente visita la scuola.
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