Perché i lavori si sono fermati all’Ipsia?

“Ho continuamente contatti con l’impresa che sta eseguendo i lavori. Si sa che i tempi della burocrazia sono lunghi, ma speravo che stavolta la burocrazia non avrebbe vinto”. Con queste parole, la preside Patrizia Costanzo ha risposto alla domanda dei giornalisti Rai, che le chiedevano spiegazioni circa i ritardi nei lavori di ristrutturazione dell’Ipsia di Lamezia Terme.

È molto alta l’aspettativa di studenti, docenti e amministrativi interessati alle sorti di questa scuola, che vive una pesante contraddizione. Essa, infatti, da un lato rappresenta una risorsa importante del territorio lametino e il fiore all’occhiello della formazione professionale calabrese, ma, nel contempo, vive il disagio di essere ospitata in un edificio vecchio e, perciò, interessato da rilevanti problematiche edilizie.

Tanti gli interrogativi che circolano sulla vicenda Ipsia. Ma, in questi giorni, uno su tutti: ce la farà la Provincia a consegnare la nuova sede entro cinque mesi, come promesso a settembre? Soprattutto, come mai i lavori si sono fermati? Se lo chiede il personale, che al rientro dalle vacanze natalizie non ha più visto tracce di lavori in corso. Nell’ambiente scolastico si era colto, a dicembre, un timido entusiasmo dopo la constatazione che i lavori stavano procedendo, con il montaggio degli infissi e l’ abbattimento del muro divisorio tra la struttura nuova e quella vecchia. Ma ora, a quanto pare, “l’ impresa si è fermata- denunciava il Tg 3 – in attesa di non meglio specificate autorizzazioni”.

I lavori edilizi all’Ipsia, iniziati oltre due anni fa, hanno subito un notevole ritardo a causa di imprevisti di varia natura. Ragion per cui, per sbloccare la situazione è stato necessario reperire nuovi fondi. All’inizio dell’anno scolastico la nuova preside, Patrizio Costanzo, si è interessata attivamente alla situazione strutturale dell’istituto, inserendo questo punto tra le sue priorità di intervento, nella speranza che studenti e personale potessero avere al più presto una scuola efficiente e sicura. Sicché, nel mese di settembre, dopo una serie di contatti avuti con l’ Ente intermedio, il nuovo dirigente scolastico comunicava al personale la notizia della ripresa dei lavori di ampliamento del plesso. Progetto che prevede la dotazione aggiuntiva di 15 aule, il che dovrebbe consentire anche l’ abbattimento dell’ultimo canone di locazione di Lamezia, cioè quello relativo alla sede Itis, situata in via Gronchi, che unitamente all’Ipsia formano l’Istituto di istruzione superiore “Leonardo da Vinci”.

A dicembre, in un’intervista rilasciata a Il Quotidiano, il dirigente dell’IIS rassicurava che i lavori di ampliamento del plesso procedevano, “anche se un po’ a rilento- riferiva – Gli infissi e i vetri sono stati montati ed è stata abbattuta la parete che separava la nuova struttura dalla vecchia. E’ stato necessario dare priorità alla messa in sicurezza di porte e infissi- chiariva la preside- per poter tranquillamente lavorare all’interno della struttura ed evitare atti vandalici, come accaduto in passato”.

Stando alle previsioni iniziali della Provincia, il nuovo edificio dovrebbe essere consegnato entro fine febbraio. E la speranza di tutti è che questa scadenza verrà rispettata, pur mettendo in conto qualche fisiologico ritardo dovuto alla lentezza dei tempi burocratici.

E’ molto alta pure l’ attenzione mediatica sulla situazione edilizia dell’istituto professionale per l’ industria e l’ artigianato. Lo scorso 7 settembre, il Quotidiano aveva gettato un primo sassolino nello stagno, pubblicando un articolo dal tenore provocatorio in cui puntava l’ obiettivo sulle problematiche dell’edilizia scolastica, richiamando, in particolare, l’ attenzione della Provincia su “l’Ipsia, che versa in condizioni strutturali alquanto precarie”. Sono seguite altre segnalazioni, come quella di CittadinanzAttiva, e testimonianze dirette. Come quella di Romina Di Spena, ex studentessa del corso serale, la quale in una lettera aperta esprimeva soddisfazione per la ripresa dei lavori di ristrutturazione della scuola, augurando a studenti e insegnanti di poter avere presto “una struttura decorosa e funzionale, in cui poter lavorare con maggiore entusiasmo e motivazione”.

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