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Perché i libri di storia ignorano i santi?

Ma se gli italiani sono un popolo tradizionalmente di poeti, navigatori e santi, perché nei libri di storia si parla solo delle prime due figure? A chiederlo, provocatoriamente, è il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. L’occasione, per parlarne, si è materializzata nei giorni scorsi, quando il prelato ha presentato le figure di alcuni santi che si sono contraddistinti per la loro “influenza benefica nel sociale”. Secondo Amato i santi non possono essere ignorati dagli autori dei libri di storia, perchè sono “eroi del popolo, della patria, non solo della Chiesa. I libri di storia non ne parlano ma sono benefattori dell’umanità”.
L’occasione per esporre il concetto è stata la presentazione della figura di san Giovanni Battista Piamarta, a cento anni dalla morte. “Anche oggi, in questo tempo di crisi, i cristiani svolgono importanti opere di carità” ha detto Amato riconrdando che in Italia ruotano attorno alla Chiesa 3.875 servizi sociali che erogano beni primari, forniscono sostegno scolastico, allestiscono mense, offrono servizi sanitari.
Il cardinal Amato ha citato alcuni santi, da san Giovanni Bosco a Padre Pio, da don Guanella a san Camillo de Lellis, che si sono distinti per la loro “influenza benefica nel sociale, alleviando tante sofferenze fisiche e spirituali”, “Purtroppo sono sottovalutati, sono irrilevanti – ha commentato – per i libri di storia”. Il card. Amato ha fatto presente come “la Chiesa sia immersa nella società, cammini insieme e dentro la stessa”.
Il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, citando le esperienze di servizi sociali nati dai santi e in generale dalla Chiesa, ha poi parlato dell’esperienza dei 6mila oratori, “che sono per i giovani scuola di preghiera, ma anche di vita. Tanto importanti nella vita del nostro Paese” ha detto Amato citando “le canzoni ‘Azzurro’ di Celentano o Oratorium di Elio e le storie tese”. Due ‘cult’ che parlavano di oratorio: un’altra componente della Chiesa che presto potrebbe finire sui libri di storia…
 
Alessandro Giuliani

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