Le decisioni del Ministro sul rientro in classe a settembre nella percentuale del 100%, mi hanno indotto un sobbalzo non da poco. Ho quindi dedotto (forse arditamente) che al Ministero abbiano predisposto tutto nel volgere di pochissimo tempo per:
Qualcuno mi ha poi spiegato che solo una piccola parte di ciò era previsto; l’apertura a settembre nella percentuale del 100% è una decisione che risponde a logiche politiche. Allora mi chiedo se la coscienza e la razionalità illumini le menti di chi governa; tanta supponenza contrasta con le condizioni di realtà ed è pericoloso per il buon andamento delle attività scolastiche.
Quanto è accaduto non è evidentemente servito a nulla e noi siamo ancora a discutere su quale sia il modo migliore per iniziare le lezioni. La pandemia ha acuito le problematiche poiché, accanto al rischio incendio e agli aspetti igienico- sanitari si è sovrapposta l’emergenza sanitaria.
La normativa sulla sicurezza a scuola esiste, ma disattesa dallo stesso ministero con decisioni non chiare ed equivoche che lasciano nello sconcerto chi vive il mondo della scuola.
Il D.M. del 18.12.1975 stabilisce chiaramente l’indice di affollamento consentito per le aule (per le superiori 1,96mq/studente), quindi 25 studenti significa 50mq di aula ecc. al fine di garantire adeguate condizioni igienico-sanitarie.
Il D.M. del 26.08.1992 si riferisce al massimo affollamento nelle aule (26 persone, di cui 25 studenti più 1 insegnante) con l’obiettivo di garantire un esodo agevole in caso di incendio.
Questi decreti soddisfano al principio prestazionale per il quale le dimensioni delle aule e gli spazi devono rispondere alla esigenza di sicurezza. Sono chiari e incontestabili. Perché non sono applicati?
Come si possono accettare 28-30 alunni per classe? Dov’è la funzionalità didattica di questa scelta?
Come si fa a dire ”rispettiamo 1 metro di distanza dove è possibile”, cioè rispettiamo 1m, ma anche NO!
Noi docenti abbiamo un sogno: “vedere un insegnante nello scranno più alto al Ministero della Pubblica Istruzione”, un insegnante delle Elementari, Medie o Superiori che conosca la realtà del mondo scolastico, che la viva dal suo interno, che sappia affrontare in modo diretto e operativo i problemi.
Basta con la burocrazia che sta distruggendo la scuola; poniamo fine al proliferare di nuova modulistica. Se vogliamo una scuola inclusiva ispirata a principi di uguaglianza, se vogliamo contrastare la dispersione, dobbiamo muoverci in altre direzioni. Buona didattica per classi a dimensione di studente, il numero ottimale è 15 ragazzi per aula; forniamo ai ragazzi che necessitano di interventi mirati un docente di sostegno che lavorerebbe di concerto con il docente curricolare; sarebbe più dignitoso e onesto.
L’attuale Ministro, mi spiace dirlo, è stato una grande delusione poiché non ha intercettato le reali esigenze della scuola; troppe dichiarazioni roboanti ma poco costrutto. Speriamo Bene.
Lettera firmata
"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…
L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…
La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…
In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…
Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…