Perché la religione non entra nella valutazione degli studenti?

Gentilissimo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli,

 

Le scrivo per la stima che nutro nei Suoi confronti e perché ho fiducia nella Sua storia sindacale.

Sono Dario Sebastiano Pagano, insegnante di religione con contratto a tempo indeterminato nella scuola statale secondaria di primo grado.

Insegno dal 1992/1993. La mia formazione comprende 7 anni di studio universitario, giungendo a conseguire la Licenza in Teologia Fondamentale (Laurea nell’ordinamento didattico italiano) presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.

Mi ritrovo con due “abilitazioni” nella scuola primaria in seguito alla partecipazione a n. 2 concorsi ordinari e sono entrato in “ruolo” in seguito all’unico concorso realizzato per i docenti di religione. Sono presente nelle “graduatorie ad esaurimento”, ma ho scelto di continuare ad insegnare religione.

Questa breve presentazione solo per rendere chiara la mia certezza sul grande ruolo che l’IRC ha per la formazione dei nostri alunni/figli e per una vera laicità della scuola italiana. Il nostro compito si svolge “nel quadro delle finalità della scuola”.

L’IRC non è catechismo, ma percorso storico-culturale indirizzato a rafforzare i valori della vita (solidarietà, accoglienza, rispetto delle diversità, attenzione ai più deboli, pace, giustizia, lavoro, dignità per ogni essere umano, ecc.).

Mi chiedo perché, se l’IRC è una disciplina come le altre, non si debba consentire agli insegnanti di questa disciplina di usare la stessa valutazione numerica utilizzata per le altre discipline. Da docente di religione, questa prassi utilizzata mi rattrista, mentre, da genitore, mi sento discriminato nel constatare che una disciplina scolastica, scelta dalla famiglia e inserita nel curriculo dell’alunno, non debba essere valutata con le stesse modalità utilizzate per le altre discipline.

I dirigenti scolastici, facendo riferimento alla legge, sostengono che la valutazione raggiunta dall’alunno nell’IRC non debba essere considerata nella media per l’ammissione all’esame del primo ciclo di istruzione.

Mi chiedo ancora: dove è presente questa norma di legge? Si tratta di “interpretazione” o di qualcos’altro?

La circolare ministeriale numero 48 del 31 maggio 2012 afferma che “Il giudizio di idoneità è espresso in decimi, considerando il percorso scolastico complessivo compiuto dall’allievo nella scuola secondaria di primo grado”. Non viene detto “ad esclusione del percorso compiuto nell’IRC”.

Capirei le procedure attuate nella pratica scolastica solo se l’IRC fosse catechismo, ma una volta che si è scelto di inserire l’Insegnamento della Religione Cattolica “nel quadro delle finalità della scuola”, tale insegnamento deve essere trattato al pari delle altre discipline con stessi diritti-doveri e con la stessa modalità di valutazione.

Anche la procedura della Scheda di valutazione di IRC “a parte” non solo è discriminante per l’alunno, ma crea confusione e spreco di risorse economiche.

A volte i dirigenti (cosa che invece dovrebbe fare il collegio dei docenti) hanno autorizzato gli insegnanti di Attività Alternativa a riportare i propri “giudizi” all’interno del documento di valutazione insieme alle altre “materie”, mentre l’alunno che ha scelto l’IRC si è ritrovato una scheda a parte.

Tutte queste vecchie procedure non hanno più senso. Tanti alunni credenti e non credenti o appartenenti ad altre religioni oggi scelgono l’Insegnamento della religione cattolica perché hanno compreso che l’IRC è legata al nostro “patrimonio storico-culturale” ed hanno scoperto, all’interno di tale insegnamento, la ricchezza del dialogo interreligioso-interculturale nel quadro di una società multiculturale.

Credo nel valore e nella necessità della Scuola per la crescita dei nostri ragazzi e figli, perché, come si è espresso chiaramente il grande poeta dei bambini, Gianni Rodari, “nessuno sia più schiavo”.

In questi 25 anni di insegnamento ho cercato con tutto me stesso di trasmettere quei valori significativi e utili per aiutare i ragazzi ad essere veri uomini e vere donne all’interno della nostra società globalizzata. Ho fatto questo sia attraverso l’insegnamento della Religione, sia realizzando un coro scolastico (dal 2007 al 2014) che attraverso la musica ha saputo diffondere nel cuore dei miei alunni un linguaggio universale.

 

Colgo l’occasione per farLe ascoltare una canzone da me scritta, nel testo e nella musica, “La mia scuola insieme a te”, cantata dai miei alunni (ormai “ex-alunni”): https://www.youtube.com/watch?v=K_-dN5ofFLg

 

http://rstampa.pubblica.istruzione.it/bin/tiffpilot.exe?FN=E:%5Ceco%5CImg%5C3C2V%5C3C2VIQP?.TIF&MF=1&SV=Rassegna%20Stampa&PD=1.

 

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