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Perché l’alternanza non piace agli studenti

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“Siamo studenti, non i tuoi schiavi”, “Non sono merce nelle mani delle aziende”, mentre si parla di “progetti che raramente hanno utilità e attinenza rispetto al percorso di studi” oppure che si tratta di “un lavoro a costo zero” o ancora che “il Governo favorisce le multinazionali”: questo il parere di alcuni studenti nel corso delle manifestazioni contro l’alternanza scuola-lavoro prevista dalla legge 107.

Scuola subordinata alle imprese

“Oggi siamo in piazza per combattere il modello di scuola creato dal governo Renzi, dal Partito Democratico e dall’Unione Europea. Si Tratta di un modello di scuola subordinato alle grandi imprese invece di essere fatto per gli studenti. Siamo contrari a tutto questo e vogliamo, come studenti, avere decisioni di potere sulla mansione che andremo svolgere. Inoltre la scuola vive un grande disagio, l’istruzione è sempre più di classe e temo che troppo possono andare avanti solo coloro che si trovano in benessere familiare. I costi sono troppo alti, quelli dei libri ma anche i tasse universitarie. Siamo qui qui per dare voce all’altra parte del mondo della scuola: agli esclusi, a coloro che frequentano gli istituti tecnici professionali e ai ragazzi di periferia “: così alcuni studenti,  come  riportano le agenzie.

Non siamo merce

Altri aggiungono: ” E le nuove regole che stanno per essere introdotte non vanno nella giusta direzione. Non definiscono la gratuità dei percorsi di alternanza. Non introducono limiti temporali. Non siamo merce insomma. Sulla gratuità dei percorsi di alternanza. Non introducono limiti temporali, quindi sarà ancora possibile sfruttare gli studenti durante le vacanze estive, quando ci sono meno controlli. Non sono fissati criteri su chi può fare il tutor, quali competenze deve avere. E non c’è alcuna selezione dei soggetti attivanti”.

Per gli studenti l’alternanza deve essere una “metodologia didattica che lega il sapere al sapere fare, l’intelligenza teorica all’intelligenza pratica, che fa davvero da ponte tra ciò che studiamo una scuola e ciò che andremo un praticare nei luoghi di lavoro”.

E poi: “Il tutor, quali competenze deve avere. E non c’è alcuna selezione dei soggetti attivanti”.

Le richieste al Miur

“Chiediamo al Ministero dell’Istruzione che fine abbia fatto lo statuto delle studentesse e degli studenti in Alternanza scuola lavoro e il codice etico per le aziende “, dicono altri studenti la cui voce è ripresa dalle agenzie. “Viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di Alternanza. Siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende. Basta scuole insicure e schiavismo”.

“Siamo in piazza perché stanchi di una politica che non ci ascolta e per riscrivere i paradigmi di una scuola diversa più equa e giusta”. 

 

Pasquale Almirante

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