In merito all’argomento che sta impazzando tra i docenti in questi giorni, vale a dire l’assegnazione provvisoria dei posti in deroga, compresi quelli di sostegno, ai maestri e professori che sperano così di procrastinare ancora di un anno la partenza verso le sedi di lavoro che l’algoritmo della mobilità ha destinato loro, non possiamo fare a meno di esporre una considerazione.
Chiunque insegni sa benissimo che c’è tutta una platea di docenti che, nel corso degli anni, ha utilizzato il sostegno in maniera strumentale per riuscire a entrare in ruolo, salvo poi transitare su posto comune oppure su materia non appena il vincolo di permanenza imposto dalla legge lo permetteva. Abbiamo fortemente criticato questo modo di fare, sia dal punto di vista pedagogico, sia dal punto di vista deontologico, e troviamo inutile spiegare le motivazioni delle critiche, tanto sono sotto gli occhi di tutti coloro che svolgono la professione di insegnante con coscienza.
Adesso però, con orrore e sconcerto apprendiamo che il governo e i sindacati firmatari hanno proposto e deciso che in alcune regioni d’Italia i posti di sostegno in deroga, una volta esauriti gli accantonamenti per i docenti specializzati, andranno in assegnazione provvisoria ai docenti immessi in ruolo con la 107 ma non specializzati.
Noi non ci scandalizziamo assolutamente per l’affido del sostegno a chi non è specializzato e nemmeno giudichiamo le esigenze dei maestri e dei professori che preferiscono non partire, ma ci scandalizziamo per la legalizzazione dell’uso del sostegno per ottenere un privilegio: fino a ieri, quello di ottenere il ruolo, oggi l’assegnazione provvisoria. Perchè? Se la legge 107 ha prodotto disagi, è giusto cercare di lenirli, è giusto tentare di smantellarla, ma tutti insieme, non a singole regioni, e chi l’ha ideata e fortemente voluta deve avere il coraggio di guardare in faccia la realtà che ha prodotto.
Che fine faranno i docenti di prima, seconda e terza fascia d’istituto, che finora hanno onorevolmente accettato i posti di sostegno adesso dati in assegnazione provvisoria? E perchè si chiedono da più parti corsi di riconversione, che sono limitati rispetto a un percorso universitario come quello attivato per il corso di specializzazione, e pas per i docenti di ruolo, mentre gli specializzati di Scienze della Formazione Primaria o Diplomati Magistrale vengono buttati fuori dal concorso e i non specializzati hanno difficoltà ad accedere al percorso specializzante pur lavorando annualmente coi bambini disabili?
Le risposte le attendiamo da chi ha responsabilità in materia, e ci apriamo al dialogo con le associazioni che si occupano della disabilità, con le famiglie, con gli esperti, con i pedagogisti e soprattutto con i docenti.