I sindacati dei poliziotti, prima, e quelli della Guardia di Finanza, poi, si sentono “danneggiati” dall’epilogo sostanzialmente positivo della vicenda degli scatti automatici dei dipendenti della scuola. Dicono: perché a loro si e a noi no?
Io sono un docente, non mi sono mai sognato di protestare per una trattativa andate bene a loro favore. I nostri lavori sono inconfrontabili e ognuno conosce il suo settore, ma se ragionassi come loro potrei anche fare notare che, a parità di titolo di studio e di anni di servizio, un poliziotto o un finanziere guadagna il doppio di un insegnante. Loro fanno “carriera”, noi no. E perché loro si e noi no?
Noi andremo in pensione a quasi 70 anni, nonostante svolgiamo un lavoro usurante come certificano tutte le ricerche internazionali sul “burn out” degli insegnanti, mentre loro ci vanno prima dei 60 anni. Perché loro si e noi no? Loro protestano se gli abbassano i rimborsi spesa o l’indennità di missione per le trasferte, noi possiamo essere trasferiti d’ufficio lontanissimo da casa e senza alcuna indennità. Quando accompagniamo i nostri alunni in visita d’istruzione, con responsabilità civili e penali di vigilanza giorno e notte, non ci danno un euro di missione. Non so se vi rendete conto di cosa sto parlando! Perché loro si e noi no?
Insomma, cari “graduati”, lasciate perdere, difendete i vostri diritti e lasciate che noi difendiamo i nostri. Non facciamoci la guerra tra poveri, ci danneggeremmo a vicenda e faremmo il gioco di chi non ci riconosce e non ci vuol pagare per le nostre professionalità.