Nel rivolgere i miei auguri di buon anno ai colleghi e un particolare augurio di buon lavoro al Ministro Lucia Azzolina, colgo l’occasione per chiedere al Professore Massimo Arcangeli, presidente della Commissione 30, chiarimenti in merito ad alcune sue dichiarazioni sul neoministro, di cui chiede le dimissioni.
Innanzitutto, mi presento. Antonella Mongiardo, insegno matematica, mi sono classificata tra i 2900 vincitori del concorso Ds 2017 e non capisco perché una persona come Lucia Azzolina, con due lauree, vari titoli culturali, abilitata a fare la docente e la preside, interessata alla qualità didattica e alle classi pollaio sarebbe inadatta per fare il ministro della scuola.
Ci sono, a dire il vero, diversi passaggi del Suo post, Professor Arcangeli, che non ho compreso. E Le sarei grata se me li volesse gentilmente chiarire.
- Lei afferma di essere “indignato” per questa nomina che, a Suo dire, è uno schiaffo alla meritocrazia e alla trasparenza. Cito poi: “Lucia Azzolina non ha le competenze minime per poter fare la ministra dell’Istruzione”.
Lei, in veste di esaminatore di Lucia Azzolina all’orale del concorso DS, ha voluto rivelare al popolo le performance scarsette della ministra in inglese e in informatica, sottolineando che si tratta di “due pesantissime carenze”.
Ora, per quel che ne so io, il ministro, che è a capo del dicastero, dà l’indirizzo politico e le direttive generali per l’amministrazione e la gestione. Non ho capito, però, in quali aspetti di questa attività sia così fondamentale conoscere l’inglese e l’informatica.
- Lei si è mostrato risentito per una frase provocatoria di Lucia Azzolina, la quale a giugno, rispondendo ad un giornalista, auspicava una prova orale anonima, perché essendo un personaggio pubblico aveva dovuto studiare il doppio dei colleghi per dimostrare di essere preparata. Più o meno il senso era questo.
Se non ho capito male, professor Arcangeli, Lei ha intravisto in quella frase un tentativo di condizionamento verso la commissione Sardegna, che invece ha lavorato con imparzialità, trattando l’onorevole candidata sullo stesso piano di tutti gli altri, come Lei stesso ha tenuto a sottolineare. E ha aggiunto: “Alla domanda dell’intervistatore: “Lei crede che sia opportuno politicamente partecipare a un concorso pubblico da membro della commissione istruzione?”, sarebbe bastato in risposta un semplice “si”.
Ma allora, se Lucia Azzolina è stata per Lei una candidata come gli altri, questo significa che di solito pubblica sui social i voti dei Suoi studenti? Se non è così, come mai lo ha fatto stavolta? Se voleva rimarcare la trasparenza della Sua commissione, non sarebbe bastato dire semplicemente: “L’abbiamo promossa perché la sua preparazione era sufficiente”?
- Mi complimento, invece, per la sapida ironia con cui ha descritto la scenetta degli incappucciati che fanno l’esame muniti di dispositivi vocali deformanti e altri effetti speciali. La battuta ci stava. Vorrei, però, farLe notare che tutta la vicenda concorsuale si è svolta all’insegna del paradosso, al limite dell’inverosimile.
Con tutto il rispetto, ma gli attori coinvolti ce l’hanno messa tutta per stupirci con effetti speciali. Ne abbiamo viste e sentite tante e tali, che a volerle raccontare, non si può proprio evitare una punta di sarcasmo, come ha fatto Lei con gli incappucciati.
Mi dica Lei, Professore, se non sembra il teatro dell’assurdo. A cominciare dalla faccenda del sindaco. Il primo cittadino del paesello campano balzato d’un colpo agli onori della cronaca (grazie ad una sentenza del Tar Lazio), per essere riuscito a far crollare una titanica selezione nazionale che ha coinvolto 38 commissioni, 300 commissari e 9 mila candidati. Una potenza della natura questo sindaco che fino a luglio era conosciuto a mala pena dai suoi 4 mila concittadini, ma che poi, dopo aver eclissato il “caso Sardegna” (fino a quel momento in testa alla classifica del toto-annullamento) si è imposto all’attenzione di tutta l’Italia. Lo “scandaloso” rinvio sardo esce finalmente di scena e appare Lui, il personaggio dell’anno. E risolvere il giallo del sindaco “incompatibile” pare sia diventato il problema dei problemi nella giustizia italiana (sic!).
Non parliamo, poi, dei sessantini (i bocciati del test a crocette), i quali, ricorso dopo ricorso sono riusciti, incredibile ma vero, a diventare presidi (con riserva). In barba a 400 idonei, che dopo aver superato tutte le prove concorsuali ora stanno a guardare a bocca aperta. Tutti noi, a dire il vero, siamo rimasti di stucco dinanzi a questo fenomeno che non è un “barbatrucco”, ma solo l’effetto della giustizia amministrativa made in Italy!
La stessa che a luglio ha annullato il concorso e ad ottobre ha sgonfiato tutte le doglianze dei ricorrenti, una dopo l’altra. A parte il sindaco, naturalmente, che ci terrà col fiato sospeso almeno fino a marzo, se va bene. E speriamo che la querelle si risolva prima di quella del 2011, che ancora va e viene dai tribunali, con ricorsi ancora pendenti e vecchi ricorrenti, che sono diventati ormai ricorrenti vecchi e tra poco andranno in pensione (sic!)
E che dire dei coraggiosi gladiatori, i paladini della legalità, che ci hanno offerto momenti epici di romanica memoria, sfidando il Miur a suon di ricorsi sventolando la bandiera della trasparenza e partecipazione, salvo poi “buttarla in caciara” (dicono a Roma) col solito volemose bene all’italiana. E sì che ce ne vuole di coraggio! Infatti loro hanno escogitato, signore e signori, la soluzione che può evitare un disastro al CdS, far risparmiare le casse pubbliche e accontentare vincitori e vinti. E vissero tutti sanati e contenti! (sic!).
In questo quadretto, fanno la loro figura anche i commentatori dei forum, i leoni da tastiera, che h24 non fanno che ripetere, come un mantra, che il concorso è annullato. Della serie “ricordati che devi morire”. Un tifo da stadio talmente scomposto da fare impallidire gli hooligans. Solo che questi sono insegnanti, gli stessi che in classe dovrebbero educare i giovani alla civiltà. Loro, però, sono “giustificati” perché sono stati bocciati da commissioni “incompetenti” (e se lo dicono loro!). Dunque, si possono permettere di offendere e diffamare i vincitori. Si figuri, Professore, che qualcuno ha spiegato questa aggressività come una sorta di messaggio, contro le ingiustizie e pro- meritocrazia. Come gli schiaffi educativi. Bell’ esempio di educazione civica!
E perché non metterci dentro pure il battage di certa stampa, che racconta questo concorso come una sorta di legal thriller, tra il pulp e il noire-onirico, una trama intrecciata di ipotesi complottiste e fantascienza informatica, a base di commissari ubiqui, cataclismi naturali, catastrofi, preveggenza, risultati anticipati sui social, poteri paranormali, software impazziti (sic!).
Forse è per questo che la testimonianza della commissaria Paola Fiorentini, la quale tentava di riportare il dibattito sul piano della normalità e del buon senso (uno dei pochi interventi sensati che io ricordi), è caduta nel vuoto!
Insomma, professor Arcangeli, se questo è lo scenario surreale in cui i cittadini devono affrontare i pubblici concorsi in Italia, non crede che un orale in maschera sarebbe proprio l’ultima delle stranezze?
Infine, vorrei chiederLe, prof. Arcangeli, perché secondo Lei il ministro Azzolina sarebbe incompatibile con il suo ruolo di vincitrice di un concorso “annullato”. Lei ha condiviso la petizione del Comitato TeP che scrive: “Con quale imparzialità e terzietà la designata Ministro Azzolina potrebbe gestire il contezioso del concorso, quali azioni potrebbe intraprendere il Ministro Azzolina dopo un’eventuale sentenza di annullamento da parte del Consiglio di Stato, nel duplice ruolo di Ministro e vincitrice di un concorso annullato?”.
Faccio mia questa domanda, ma la giro diversamente. Cosa mai potrebbe fare di tanto strano il ministro Azzolina se il concorso venisse annullato? A parte intervenire per una sanatoria che salvi 2900 vincitori incolpevoli, che si vedrebbero penalizzati assurdamente da un errore commesso da altri? Come, tra parentesi, sono intervenuti in casi analoghi di pasticci amministrativi tutti i ministri che l’hanno preceduta, tanto che a questo genere di soluzioni politiche la legge sulla Buona Scuola ha persino dedicato un comma?
O dobbiamo temere che la ministra Azzolina (provo a immaginare) si travesta da hacker e, incappucciata e armata di cryptolocker, si metta a scassinare il sistema informatico del CdS, per carpire i dati giudiziari e modificare il dispositivo della sentenza? Almeno questo rischio possiamo considerarlo escluso, visto e considerato che la Azzolina ha preso zero in informatica?
Nel ringraziarLa per l’attenzione, Le porgo i miei deferenti saluti e Le auguro Buon 2020!
Antonella Mongiardo