I lettori ci scrivono

Perché nessuno interroga i genitori sulla qualità della scuola frequentata dai loro figli?

Sono una mamma di 4 ragazzi ancora tutti in età scolare e volevo contribuire al dibattito che finalmente sembra smuovere un po’ l’opinione pubblica anche su un servizio che ormai è spesso disservizio.

Quando si sperimenta direttamente il mondo scolastico si capisce subito che non è assolutamente improntato a considerare i ragazzi (l’utenza) al centro dei bisogni e degli obiettivi della scuola, mentre tutto il sistema è direzionato verso i diritti degli insegnanti ai quali tutti noi dobbiamo adeguarci senza alcuna possibilità di confronto e se ciò che viviamo non ci sta bene non ci rimane che cambiare scuola nella speranza che cambiare insegnanti sia la soluzione. La verità è che il sistema è polarizzato unicamente verso il corpo docente che si pone sempre sulla difensiva prova ne è la richiesta di firma del patto di corresponsabilità che ogni genitore è costretto a firmare all’atto di iscrizione del proprio figlio, ma la domanda è gli insegnanti lo leggono questo contratto?

Noi assistiamo inermi a ore ed ore di lezione e compiti dedicati al bullismo quando poi i ragazzi sperimentano una totale mancanza di rispetto proprio verso di loro da parte dei propri insegnanti che prendono in giro i compagni perché in sovrappeso, o che infieriscono dicendo che non faranno mai niente nella vita e quindi non si stupiscono per il fatto che prendano sempre brutti voti, che sono senza speranza e quindi non vale la pena interrogarli ancora, che si fanno chiedere scusa spalleggiati da altri insegnanti per incutere ancora più timore se solo qualcuno riferisce tali impropri comportamenti.

La scuola sembra più un luogo di lavoro per docenti frustrati che un sistema educativo.

Come si può pretendere che i nostri figli sappiano le lingue se proprio alle elementari l’inglese viene insegnato da maestre che non lo hanno mai studiato né praticato ma hanno fatto dei corsi di qualche ora per poterlo trasmettere ai nostri figli? non basta inserire l’insegnamento della lingua per rientrare nei canoni europei, non prendiamoci in giro, proprio nel periodo più recettivo vediamo di inserire insegnanti laureati o meglio ancora madre lingua, allora si potremo dire di aver fornito un servizio.

– Personalmente (ripeto 4 figli) ho sperimentato alle elementari scarsa preparazione degli insegnanti che pur avendo a disposizione 38 ore a settimana richiedono continuamente il supporto dei genitori per un miglior apprendimento dei nostri figli e di supporto ce n’è veramente bisogno credetemi perché non vengono neanche più spiegate le regole di scrittura e i ragazzi imparano in modo errato la scrittura sin dai primi anni scolastici quindi scrivono lettere e numeri al contrario e dal basso all’alto, fanno le o in senso antiorario e ciò si perpetua negli anni seguenti perché le insegnanti che arrivano dopo non correggono assolutamente la grafia dei ragazzi. Alla fine della 5ª elementare scrivono tutti metà corsivo metà stampatello ed in modo incomprensibile a meno che i genitori abbiano avuto tempo di correggerli (ma la regola di scrittura: dall’alto in basso e da sinistra a destra non la conosce più nessuno?). Quando chiesi spiegazioni alla maestra sul fatto che mia figlia scriveva i numeri al contrario lei mi disse che probabilmente era lenta e non vedeva quando lei scriveva alla lavagna! E non vale neanche la giustificazione delle famose classi pollaio perché i miei figli hanno sempre avuto solo 8-10 compagni in classe! Io invece sono andata a scuola in periodo di boom demografico, facevamo i turni o mattino o pomeriggio eravamo 36 per classe, c’era una sola insegnante ed ho anche imparato a scrivere correttamente!

– Già alla scuola media qualche insegnante ci prova, ma la chicca arriva al liceo o meglio in alcuni licei è la norma: quella di non permettere al ragazzo che ha preso delle insufficienze di poterle recuperare con interrogazioni o altre forme di verifica. La giustificazione è che potranno recuperare la verifica andata male con la successiva e questo in quanto i ragazzi devono essere consapevoli che si devono preparare e non possono avere tante possibilità.

Questa la ritengo una pratica disgustosa e assolutamente dannosa per i ragazzi. Il fatto di non avere altre possibilità se non che la verifica vada loro bene alza nettamente il livello di ansia e frustrazione dei ragazzi che in ambito scolastico dovrebbero invece proprio imparare dai propri errori e così aver modo di migliorare sia nello studio che nell’affrontare una prova, teniamo poi presente che ormai le prove offerte ai ragazzi sono il minimo sindacale ossia due scritti ed un orale e i ragazzi rischiano la materia per tre verifiche con alcuna possibilità di recupero?

Oltre al fatto che una verifica insufficiente significa una non completa preparazione quindi un buco formativo che in questo modo il ragazzo non avrà modo di colmare, in secondo luogo la perdita di sicurezza in se stesso in quanto non ha potuto superare una difficoltà e la mancanza di stimolo nel provarci ancora per poter riuscire nelle cose che farà.

E’ proprio a scuola che si dovrebbe avere il DIRITTO di sbagliare e rimediare per crescere o si pretende che gli unici a proseguire negli studi siano quelli che indipendentemente dagli insegnanti vanno sempre bene e prendono sempre 10? Non dovrebbe l’insegnante proprio attenzionare e supportare chi ha necessità invece di lasciarlo indietro?

Ma l’impressione che da questa pratica che ritengo disdicevole è che l’insegnante non si sbatta più di tanto prevedendo altre interrogazioni rispetto alle minime obbligatorie durante l’anno e che invece preferisca dedicarsi ai corsi di recupero (che evidentemente gli verranno pagati a parte) al termine del quadrimestre o dell’anno scolastico.

Questo però genera estrema ansia ed insicurezza nei ragazzi che non prendono sempre 10 e frustrazione e sensazione di inadeguatezza ed è il motivo per cui tanti ragazzi sono così ansiosi prima di interrogazioni o esami da dover assumere ansiolitici come documentato anche recentemente da video su tiktok ed è una delle cause di dispersione scolastica perché se i ragazzi fragili si sentono impossibilitati nel migliorare lasceranno, invece di continuare ad insistere.

– Altro elemento critico degli insegnanti soprattutto delle scuole superiori è la mancanza di empatia che hanno gli insegnanti verso i ragazzi e non dimentichiamo che è l’insegnante che ti fa amare una materia piuttosto che odiarla. A quest’età sono molto plasmabili e spesso studiano quasi più per l’insegnante che per se stessi. Invece ritroviamo insegnanti freddi (che io definirei vecchio stile: freddi e distaccati, malgrado siano giovani decisamente più di me) che non comunicano con i ragazzi, se una verifica appunto va male non un commento, non un suggerimento, se va bene allo stesso modo nulla di incoraggiamento, non un hai lavorato bene, bravo/a. Consegnano le verifiche senza commentarle e oltretutto le recuperano subito dopo, si perché è vietato portare a casa le verifiche e ugualmente non si possono fotocopiare, spesso neanche farne una foto, nulla su cui lavorare per migliorare, nulla che permetta di imparare dai propri errori.

Il problema è che a parlare sono sempre stati gli insegnanti, ma non si è mai data voce alla soddisfazione delle famiglie, non si è mai chiesta quale sia la qualità percepita da parte di chi la scuola la subisce e spesso i ragazzi e i genitori non denunciano il disservizio per timore di ritorsioni verso i loro figli e anche questo posso testimoniarlo personalmente ed è un fortissimo deterrente, i ragazzi imparano a tacere e subire nei banchi di scuola, è così che si insinua l’omertà sociale.

No, non siamo soddisfatti della scuola che ci obbligate a frequentare, tutto questo nella speranza che possa sempre cambiare qualcosa per il bene dei nostri figli.

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