Lo stipendio del personale docente è il più basso dei lavoratori della Pubblica Amministrazione e cresce col contagocce, tanto che viene applicato ormai il “gioco delle tre carte” perché ogni mese la retribuzione sembra fare l’altalena.
Mentre si danno gli arretrati del contratto 2019-2021 (tassati) che fanno aumentare lo scaglione Irpef, qualche mese dopo arriva la doccia fredda della diminuzione dello stipendio rispetto al mese precedente.
L’esonero contributivo ha posto il limite dei 2.689 euro lordi che molti docenti hanno ovviamente superato, tanto è vero che si sono visti decurtare lo stipendio di circa 100 euro. Quindi siamo al gioco delle due “mani”: con una si da’ con l’altra si toglie.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente detto, a margine di un convegno, che per il prossimo rinnovo CCNL della Scuola 2022-2024 (che avverrà a tempi scaduti) ci sarà un aumento stipendiale di 160 euro. Ma si tratta sempre di somme lorde.
Si potrebbe pensare di detassare gli stipendi per combattere l’inflazione alle stelle (bollette, mutui, spese varie) e, inoltre, dare anche a tutto il personale scolastico la quattordicesima mensilità cosi come avviene per gli altri settori della Pubblica Amministrazione. La 14ª potrà esse pagata nel mese di giugno-luglio.
Solo in questo modo si “aggredisce” l’inflazione che sta riducendo i risparmi dei lavoratori della scuola al lumicino con maggiori responsabilità ed incombenze burocratiche.
Mario Bocola
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