Gentilissima Redazione,
di giorno in giorno aumentano i docenti che non si riconoscono più nella loro professione.
Ogni anno gli insegnanti si trovano costretti a confrontare con atti burocratici che poco o nulla hanno a che vedere con la didattica. Tali adempimenti si traducono in un aggravio di lavoro notevole, e portano il docente a provare sempre di più stanchezza a livello fisico e psicologico.
A questi aspetti si aggiungono una serie infinita di riunioni che rendono la giornata dell’insegnante estremamente stressante.
Ogni atto all’interno della scuola è diventato complicato, come per esempio la compilazione del registro attraverso lo strumento elettronico. Il proprio metodo di insegnamento è messo in crisi dalla digitalizzazione compulsiva, rischiando il contrasto con lo stesso art. 33 della nostra Costituzione.
Nonostante la ventilata denatalità, il numero degli allievi per classe è sempre più numeroso.
E il docente deve aggiungere a tutto questo il proprio orario delle lezioni.
Alla luce di queste considerazioni, non è possibile voltarsi dall’altra parte rispetto a un disagio che aumenta sempre più di frequente.
Il gruppo “Mobilità intercompartimentale docenti”, formato allo stato attuale da oltre 1.600 docenti, ai sensi dell’art. 3 Costituzione e non solo, previa richiesta dell’interessato/a e almeno a parità di condizioni economiche, invita a superare la questione, se necessario con un intervento del decisore politico, e richiede già dall’imminente contratto di Mobilità:
● Il passaggio verso altro ramo della P.A.;
● La possibilità di accedere all’eventuale carenza di posti emergenti dagli uffici del MIM, quali dipendenti dello stesso Ministero, senza bandire un concorso esterno.
In subordine richiede:
● il passaggio ad ATA senza interruzione della propria carriera economica o alcuna cristalizzazione della stessa;
● la richiesta di mobilità semplice per i docenti di ruolo che possa avvenire ogni anno, come nel resto della P.A., senza il vincolo triennale;
● lo stop alla burocratizzazione della Scuola.
Gruppo Mobilità intercompartimentale docenti