Gentilissimi lettori,
il nuovo governo Meloni ha deciso di stupirci appena insediato, aggiungendo il termine “merito” alla denominazione del nostro caro Ministero.
Il MIM dunque prenderebbe il posto del MI, già MIUR.
Ormai, a settimane da questa mirabile idea, non si è capito ancora se il nuovo termine sia rivolto alla preparazione degli alunni, dei docenti o valga per entrambe le categorie.
Ovviamente, visto il notevole impegno già profuso in passato da altri Ministri, la prima categoria che sembra investita da tanta attenzione sembra essere proprio quella dei docenti.
Dai “docenti fannulloni” di Fioroni e Brunetta siamo arrivati a Bianchi e al bizzarro concetto del “docente esperto”, il tutto nel corso degli anni, senza sottoscrivere uno straccio di contratto.
L’ultimo tentativo risale infatti ad oltre 4 anni fa quando si arrivò a un rinnovo pro forma ignorando la parte economica e promettendo, attraverso un “patto”, aumenti stipendiali consistenti, ovviamente mai arrivati. Di questi giorni la notizia di un aumento stipendiale di 50/60 € medi con addirittura la prospettiva di passare all’incasso anche per gli arretrati. Vedremo in che misura.
Ma quante volte si è parlato di adeguare gli stipendi alla media europea? Quante volte si è parlato di adeguare le strutture, sempre più obsolete e fatiscenti? Insomma i ministri sanno che un docente tedesco guadagna più del doppio rispetto a un docente italiano e lavora in strutture certamente più curate?
E questo non sarebbe già un grande merito cara Meloni? Lavorare guadagnando la metà e in strutture fatiscenti non sarebbe già un grandissimo merito?
O forse, come al solito, non si vuole investire nella scuola e ci si nasconde dietro al concetto di merito per dare qualche contentino solo a pochissimi docenti, magari scelti dai ds tra i già pluripremiati dello staff?
Al presidente Giorgia Meloni dovremmo suggerire cosa fare dopo tanti anni di assoluto disinteresse per la scuola e per i docenti? La scuola che non produce danaro ma “solo” cultura continuerà a non destare interesse tra i politici di turno?
Al termine merito avrei sostituito quello di “dignità”. Si! Il Ministero dell’istruzione e della Dignità! Quella che ci è stata rubata da decenni di disinteresse per la funzione docente, la dignità rubata da stipendi di miseria (1200€ a inizio carriera!), la dignità negata per il dover lavorare in ambienti strutturalmente carenti e spesso in stato di abbandono.
Docenti che ogni giorno devono affrontare ingiurie, offese, aggressioni, lasciati da soli contro il mostro sociale dell’egoismo, della superficialità, della delega educativa e della presunzione.
In un tale sfascio non ci resta, care colleghe e cari colleghi, che sperare in un reale cambio di rotta, in un reale interesse per la scuola.
Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo dando merito a tutti i docenti, con un rinnovo del contratto reale che ci avvicini economicamente ai nostri colleghi europei e con la valorizzazione delle strutture e degli ambienti di apprendimento.
Il concetto base da cui partire è, dunque, la dignità, quella che è stata tolta ai docenti italiani ma imprescindibile per l’esercizio di una funzione essenziale ai fini della crescita delle nuove generazioni del Paese.
Dino Bocchetti
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